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Una importante operazione di Polizia è stata messa a segno a Taranto nelle ultime ore.  A seguito di indagini dirette dalla Procura della Repubblica di Taranto e condotte da personale della Polizia di Stato, Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata è scattata un’ordinanza applicativa di misure cautelari personali  nei confronti di tredici soggetti, gravemente indiziati, a vario titolo, di associazione a delinquere finalizzata al furto di autovetture, ricettazione, riciclaggio ed estorsione.

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Le auto più rubate

Rubavano auto per poi rivenderle o chiedere il cosiddetto “cavallo di ritorno” o smontarle per riciclarne i pezzi di ricambio. I modelli preferiti erano FIAT 500 , Fiat Panda e Lancia Y.
Questa mattina la Squadra Mobile di Taranto ha eseguito diverse ordinanze di custodia cautelare che hanno di fatto smembrato l’associazione a delinquere. I furti delle auto venissero consumati nel giro di pochi minuti ed anche in pieno giorno.

L’indagine ha preso avvio nel febbraio 2018, sulla scorta di numerose denunce di furti di auto consumati nel capoluogo e nella provincia di Taranto, ed ha consentito di accertare l’operatività di un’articolata organizzazione, dedita appunto alla commissione di furti di autovetture di ultima generazione, ricettazione e/o estorsione nei confronti dei legittimi proprietari (c.d. “cavallo di ritorno”).

Le intercettazioni

Un quadro indiziario significativo e concludente, sorretto non solo dalle intercettazioni, ma anche e soprattutto dai riscontri derivati dalle attività di osservazione e pedinamento, da perquisizioni e sequestri, nonché dalla visione di immagini di impianti di video sorveglianza presenti sui luoghi di consumazione dei reati.

A proposito del fenomeno del c.d. “cavallo di ritorno”, in alcuni casi le vittime denunciavano il furto della propria autovettura, per poi, a distanza di qualche giorno segnalarne l’avvenuto “rinvenimento” sulla via pubblica.

Sin dalle prime battute dell’indagine sono emersi poi frequenti contatti telefonici tra gli indagati dediti ai furti ed autotrasportatori/meccanici operanti in altri centri della provincia.

Il video della Polizia di Taranto

Cos’è il Cavallo di Ritorno

Il “cavallo di ritorno” consiste in una pratica illegale diffusa in Italia, generalmente consistente in un’estorsione, che prevede il pagamento di un riscatto da parte di chi ha subito un furto per riottenere ciò che è stato rubato.

Il fenomeno, in particolar modo, riguarda il settore del trasporto privato (automobili e altri veicoli).

Il classico di cavallo di ritorno prevede che il ladro, dopo aver messo al sicuro il bene rubato (solitamente un autoveicolo), recuperi uno dei documenti del mezzo, principalmente la carta di circolazione, e contatti il proprietario. A questi propone poi lo scambio con una somma di denaro non equiparabile al valore del veicolo (tale da rendere comunque svantaggioso un nuovo acquisto), e da effettuarsi in luogo e in data stabilita, con eventuali minacce intimidatorie al seguito.

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