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Ad un soffio dal titolo italiano dei pesi “Medi”. Il boxeur della scuderia Quero-Chiloiro Taranto Marco Boezio, allo stadio “Nicola Pietrangeli” di Roma, è stato il commovente protagonista dell’assalto al campione in carica di casa Mirko Geografo.

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In un match caratterizzato da dieci riprese tirate, Boezio è stato pressante, da subito ha incrociato il volto ed i guantoni del suo elegante avversario, dotato di quella tecnica che gli ha permesso, alla fine dei conti, di strappare ai giudici due soli punti in più, utili a confermare la sua corona, “rubata” sorprendentemente nel maggio scorso a Domenico Spada.

LA NOTTE DEL FIGHTER Poco dopo le 23 di sabato 22 settembre 2018 è la notte del pugliese Marco Boezio. Ventisei anni da Capurso, paese dell’hinterland barese, carattere umile ma con il fuoco della boxe dentro, pronto a bruciare su quel ring di cui si è innamorato grazie alla storica società di Taranto Quero-Chiloiro. All’angolo, al Foro Italico, ci sta il tecnico Cataldo Quero, assieme ai due colleghi Nicola Loiacono ed Antonio Armeno, padri-seguaci di Marco detto “Veleno”. Un’etichetta che gli ha impresso il presidente della Federboxe Puglia-Basilicata Nicola Causi. Un aggettivo che conserva uno stile pericoloso, offensivo, che esplode all’improvviso dopo attimi di studio dell’avversario. Se ne accorge da subito Geografo, il quale dalla prima ripresa deve impegnarsi per cercare le contromisure alla pressione altrui. Il boxeur romano, un anno più grande del pugliese (27 a 26), con uno score più pesante (11-1-1 rispetto al 6-2-1), risponde con la reattività atletica e la tecnica. Fondamenti che piazza sulla bilancia che, appesantita dal combattimento impresso da Boezio, rende da subito il match equilibrato.
La pressione del barese è una sorpresa per gli addetti ai lavori, anche come emerge dal commento in diretta televisiva su Fight Network. A dirigere il piano pugilistico sul ring è Boezio, sempre addosso a Geografo, il quale è parallelamente abile a rispondere con misurati ganci. Il suo marchio positivo lo inizia ad evidenziare dalla seconda ripresa, durante la quale Boezio risponde con colpi “invasivi”. Si va alla terza ripresa, dove la temperatura del combattimento sale, sino al cuore della quarta, a meno un minuto e mezzo dal timeout, in cui Boezio emette il suo acuto che fa esplodere i tanti tifosi giunti dalla sua Capurso: il gancio dal mancino naturale spiazza Geografo che barcolla. E’ il primo momento topico del match, in cui Boezio sulle ali dell’entusiasmo spinge alle corde il padrone di casa e lo colpisce ripetutamente al volto ed al corpo. Geografo si difende, ma finisce sul seggiolo segnato da una ripresa che è pienamente di “Veleno”. Serve ossigeno. Dal riposo Geografo piomba sul ring più conscio del valore del “nemico”. Allora i due contendenti si infilano in un tunnel che è una battaglia, che tale sarà sino alla fine dell’incontro.

Nella sesta ripresa Boezio resta propositivo, ma Geografo li si piazza davanti rigido, l’effetto è un equilibrio sporco. A spezzarlo nel successivo parziale è il laziale, che questa volta è abile a far tremare l’avversario a meno di un minuto dal gong con ganci e dritti precisi. Sua la settima ripresa. Boezio incassa, riflette all’angolo con i suoi tecnici, riaccumula fiato dentro i polmoni protagonisti di una preparazione da maratoneta diretta da Antonio Verni (che Marco ringrazierà a fine match) e si catapulta sull’avversario nell’ottavo round. Il capursese è un combattivo concreto e regge l’equilibrio del primo importante match della sua carriera, sfidando impavidamente un Geografo che pimpante controbatte alle incursioni a testa bassa di Boezio.
Equilibrio. Ancora equilibrio. Mancano sei minuti alla fine del match. Servirebbe un colpo dal cilindro per provare a conquistarselo evitando la grana del risultato ai giudici. I due pugili ci provano. In realtà a farlo maggiormente con agonismo è Boezio. La nona ripresa è sua, l’aggredisce dal gong, vivendola in apnea e sferrando artigli da granchio che feriscono Geografo, chiusosi a riccio nelle corde. E’ un avvertimento al limite per il romano, che coscienziosamente, nell’ultimo round, scolpisce sulla lavagna del match il suo stile completo: dritto, montante e gancio ristabiliscono i valori sul ring. Boezio subisce ma finisce in piedi la ripresa. L’ultima, che consegna la verità dell’incontro alla giuria.

LA VERITA’ DIFFICILE Il verdetto del match dei pesi Medi non è unanime: 95-95; 96-95; 96-95 scrivono i giudici. Geografo la spunta per 287 a 285. Appena due punti sull’avversario, quel mai domo Boezio che esce dall’assalto al tricolore a testa alta. A lui l’onore di aver vissuto da protagonista la sfida con Geografo in un Foro Italico che dopo essersi esaltato con il Titolo Mediterraneo WBC Superwelter andato a Vincenzo Bevilacqua (su Gregory Trenel), si è completamente appagato con il match di due grintosi pesi “Medi”. L’evento promosso dalla Buccioni Boxing Team è da palati fini.

“PER ME E’ UNA VITTORIA” “Questa sconfitta per me è una vittoria. Ho affrontato l’assalto al titolo da fighter, come mi ero prefissato, questo è ciò che conta. Sono orgoglioso di quanto fatto, anche se questo stop di misura non mi appaga totalmente. Ringrazio il mio team per avermi supportato e la tifoseria giunta dalla Puglia, che mi ha spinto sino all’ultimo secondo del match. Spero di avere presto una nuova occasione per tentare la scalata alla corona dei Medi”. Di un fiato, come nella sua boxe, il commento a fine incontro di Marco Boezio. Il suo tecnico Cataldo Quero è rammaricato “perché il mio pugile avrebbe meritato almeno il pareggio. Sarebbe stato il risultato più equo, che gli avrebbe dato più contezza della sua prova e contestualmente avrebbe fatto rimanere la corona in casa del campione. Resta una prestazione bellissima di Marco, che ora ritorna nella sua carreggiata a prepararsi per la nuova sfida che verrà”.

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