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«Dopo 6 anni dall’intervento della Magistratura e 5 anni di commissariamento; dopo le politiche filo industriali con le quali il Governo precedente lasciava nelle mani di una multinazionale indiana il futuro industriale della produzione di acciaio italiana, dichiarata di interesse nazionale, senza che vi fossero garanzie per il mantenimento pieno dei livelli occupazionali per i circa 20.000 lavoratori impegnati, fra azienda ed indotto; nonostante le dichiarazioni di guerra, a parole, rilasciate dal Ministro Di Maio, al JobsAct, ci tocca ascoltare ancora parole che non contengono nessuna indicazione di merito rispetto alle scelte da compiere sul futuro dell’azienda, dei lavoratori e dei cittadini della provincia di Taranto.» Lo dichiara il consigliere regionale Mino Borraccino.

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«Siamo passati – riassume l’esponente ionico di Sinistra Italiana/Liberi E Uguali – dalla lettura delle famose 23.000 pagine di dossier alla ulteriore procedura di 30 giorni per fare verifiche sulla regolarità della gara (cosa che la stessa ANAC, non mette in discussione). Tutto questo, in assenza di qualunque indicazione chiara sui punti fondamentali intorno ai quali ruota tutta la vicenda.

Noi abbiamo dichiarato, più volte quali sono, a nostro avviso, i punti chiave:
-il mantenimento dei livelli occupazionali e dei contratti già esistenti, eliminando dall’accordo il passaggio al JobsAct;
-la Valutazione del Rischio e dell’Impatto Sanitario;
-l’istituzione del Consiglio di Sorveglianza in fabbrica, con la presenza di rappresentanti del lavoratori, degli Enti locali e delle associazioni ambientaliste.
Per attuare questi punti, e per restituire alla politica il primato delle scelte strategiche del Paese, abbiamo proposto una soluzione radicale e definitiva per mettere fine a questa agonia e garantire una prospettiva al futuro industriale, occupazionale e di tutela ambientale, che prevede di nazionalizzare la Fabbrica e fare quello che la precedente gestione privata avrebbe dovuto fare e non ha fatto, costringendo la Magistratura ad intervenire.

Aspettiamo che il Governo batta un colpo, ma non ci stanchiamo di ribadire la nostra proposta e gradiremmo che il Ministro Di Maio e le forze politiche che sostengono il Governo, dicano se vogliono davvero affrontare questi argomenti, oppure preferiscono continuare ad oscillare fra la posizione del Governo precedente e una nuova avventura al buio, nella quale sembra si stiano infilando.

Questo dimostra quanto siano lontani i nuovi governanti dalla realtà di Taranto che è il luogo dove esiste la più grande fabbrica d’acciaio del Paese e contemporaneamente elementi naturali e culturali fra i più importanti, e belli, d’Italia.

Offrire risposte alle questioni che abbiamo posto – conclude Borraccino – è un fatto doveroso nei confronti del Paese, perché parliamo della più grave crisi industriale dal dopoguerra ad oggi e degli abitanti dell’area tarantina. »

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