Bustine di zucchero per caffè e bevande da 14 milioni di kg all’anno di spreco per un valore di 63 milioni di euro. A dirlo è la Federazione italiana pubblici esercizi (Fipe) che ha lanciato la campagna #UsaLaZuccheriera per sensibilizzare i consumatori contro lo spreco di zucchero dovuto all’uso delle bustine.
Inoltre, un esperimento basato sulla teoria della “spinta gentile” di Richard Thaler, premio Nobel per l’economia 2017, ha dimostrato che se lo zucchero è in bustina il consumo non dipende dalla quantità di prodotto ma dalla bustina stessa. Cosa significa? che la quantità di zucchero che utilizziamo è superiore a quella di cui abbiamo bisogno. La differenza si spreca. Fu una direttiva europea ad introdurre nel 2004 l’uso delle bustine che hanno portato all’eliminazione delle zuccheriere con le quali si poteva regolare a piacimento la quantità di zucchero nel caffè o nel cappuccino. Soltanto in seguito, grazie all’intervento di Fipe si ottenne, con deroga dell’allora Ministero delle Attività Produttive, di poter reinserire l’uso di dosatori con beccuccio al posto delle zuccheriere con coperchio. Ma oramai la consuetudine delle bustine (e il timore di sanzioni) era divenuta così diffusa da rendere quasi superflua la presenza di questa tipologia di zuccheriere. Parte da queste premesse l’idea di lanciare la campagna #UsaLaZuccheriera con cui informare i clienti sugli effetti prodotti da un piccolo gesto quotidiano quale è quello di zuccherare l’espresso. L’iniziativa rientra nell’intento del Fipe di sviluppare una cultura basata sul rispetto del valore del cibo che passa anche per la promozione di azioni concrete contro lo spreco alimentare. Ma la cultura della sostenibilità si nutre anche di azioni minori quale può essere quella finalizzata ad eliminare lo spreco di zucchero dovuto alla massiccia e quasi esclusiva diffusione delle bustine in ristoranti e, soprattutto, bar.