La giustizia italiana, si sa, non brilla per tempestività, e non sono rari i casi in cui la legge sembra andare contro il buon senso e le evidenze.
Questa volta però possiamo ben dire che tutto è andato come doveva andare e dopo un calvario durato quasi cinque anni, Grazia Parisi, presidente della sezione A.N.P.A. (Associazione Nazionale Protezione Animali) è stata assolta “perché il fatto non sussiste” dall’accusa di aver detenuto animali in condizioni incompatibili con la loro natura, e produttive di gravi sofferenze, secondo quanto previsto dal secondo comma dell’articolo 727 del Codice Penale.
Da rimarcare il fatto che a chiedere l’assoluzione di Grazia Parisi sono stati non solo i suoi avvocati, ma anche il Pubblico Ministero, avendo preso atto che le testimonianze rese a favore della presidente dell’ANPA grottagliese erano concordanti e attendibili. Si chiude così una vicenda cominciata ad aprile del 2013, quando a seguito di una ispezione di Carabinieri e Corpo Forestale dello Stato presso il canile municipale di Grottaglie vennero contestate alla Parisi una serie di irregolarità che portarono al sequestro della struttura, che l’ANPA aveva in gestione dal gennaio del 1997.
Oltre all’assoluzione di Grazia Parisi, il giudice, con la sentenza del 17 luglio scorso, ha anche disposto il dissequestro e la restituzione all’avente diritto di quanto sequestrato.