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«Una platea di lavoratori altamente qualificati aspetta di essere assunta e come ANMIL vigileremo affinché ciò avvenga nei tempi e nelle modalità stabilite dalla legge. Aziende private e enti pubblici saranno costantemente al centro della nostra attenzione.» Parla di assunzioni obbligatorie il presidente dell’ANMIL di Taranto, Emidio Deandri, richiamando i contenuti di una legge che dai primi di marzo renderà indifferibile l’assunzione di lavoratori portatori di handicap all’interno di aziende e pubbliche amministrazioni con più di quindici dipendenti.

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«In Italia e nel nostro territorio c’è da sconfiggere la logica per cui i portatori di handicap siano un peso e non una risorsa – dice Deandri – mentre la più alta forma di inclusione sociale e di recupero di questo potenziale di lavoratori passa proprio dal reddito guadagnato sul campo e non attraverso un reddito di assistenza.

L’associazione nazionale che si occupa di mutilati e invalidi del lavoro ma che da qualche tempo ha allargato il suo spettro di interesse anche agli invalidi civili apre dunque il fronte del controllo rispetto all’esecuzione di questa legge anche nella provincia di Taranto.

La riforma entrata in vigore lo scorso primo gennaio si preannuncia però irta di ostacoli.

Malgrado gli sgravi fiscali previsti per queste assunzioni ci sono ancora sacche di resistenza – sottolinea Deandri – mentre nelle fabbriche, piuttosto che nei Comuni, si potrebbe puntare ad esempio su giovani laureati e non solo anche se portatori di handicap, che apporterebbero valore aggiunto e peserebbero di meno sui bilanci delle società o degli enti pubblici coinvolti dal processo di assunzione.

L’obbligo di assumere lavoratori con disabilità è previsto dalla Legge n. 68 del 12 marzo del 1999 e scatterà dal primo marzo prossimo. La Legge prevede l’obbligo di coprire posizioni riservate a persone con disabilità per i datori di lavoro a partire dal 15esimo lavoratore della sua azienda. Le percentuali dovranno rispondere a questi requisiti: dai 15 ai 35 lavoratori l’azienda è obbligata ad assumere un lavoratore con disabilità; dai 36 ai 50 lavoratori l’azienda è obbligata ad assumere due lavoratori con disabilità; oltre i 50 lavoratori la quota del 7% deve essere riservata a lavoratori con disabilità.

Su questo fronte però l’obbligatorietà non è un discrimine – sottolinea Deandri – occorrerà che gli organi di controllo facciano fino in fondo il loro dovere, per far si che una legge di civiltà non venga tradotta male e furbescamente lasciando ai margini della società un così importante patrimonio di lavoratori e competenze

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