Clima sospeso nella sede della CGIL di Taranto, dopo le prime informazioni trapelate al termine dell’incontro romano per il confronto sul piano industriale dell’AMInvestCo.
Si tornerà a discutere il 9 novembre ma per la confederazione tarantina il lavoro che si dovrà compiere preliminarmente a quell’incontro è una questione tutta locale.
«Lo dicevamo nei mesi scorsi. Per noi le discussioni sul piano industriale e quello ambientale non potevano viaggiare su binari disgiunti e oggi è inevitabile alzare i termini di confronto per evitare che un piano decisionale pesi sull’altro o ne pregiudichi l’integrità – dice Paolo Peluso, segretario generale della CGIL di Taranto, in contatto diretto con i rappresentanti della CGIL che a livello nazionale hanno partecipato all’incontro di oggi – Salvare condizioni occupazionali e salariali non basta più. Gli abitanti dei Tamburi, di Paolo VI o di Statte così come tutti i cittadini di Taranto, pesano nella discussione esattamente quanto tutti gli operai ILVA. Si anticipino pertanto i tempi per l’attuazione degli interventi ambientali (a cominciare dalla copertura parchi e nuove tecnologie), unica possibilità residua per ristabilire un clima di fiducia di questa comunità, verso le istituzioni e la vita scelta dal Governo, ma si faccia finalmente chiarezza anche su tutte le posizioni in campo, perché quell’alleanza che si auspica a livello nazionale, quel sostegno che Regione e Comune vorrebbero dare alla trattativa sindacale, si può e si deve perseguire a partire dal livello locale.
Per questa ragione – conclude Peluso – la città dei muri, dei veti, delle posizioni di parte impari a confrontarsi altrimenti una parte di essa sarà comunque destinata a perdere!»