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«Sanità in Puglia anno zero! Sanità pubblica massacrata, quella privata accarezzata!» E’ l’atto d’accusa del consigliere regionale Mino Borraccino, Presidente della II Commissione (Affari Generali e Personale) Regione Puglia.

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«Spiace constatare – prosegue Borraccino – come continuano ad arrivare decisioni sulla sanità pugliese che sono prive di un comune denominatore e di una logica organizzatrice del Sistema Sanitario ospedaliero pugliese.
Si parla di deospedalizzazione, si parla di territorio, cose giuste che anche noi come Sinistra Italiana condividiamo ma nello stesso tempo si smantella la sanità ospedaliera pubblica, si lascia intatta quella privata e non si danno date certe e cronoprogrammi del passaggio di alcuni servizi dalla sanità ospedaliera a quella territoriale.
Assistiamo a decisioni che sono prive di un senso compiuto, probabilmente figlie di scelte politiche che seppur rispettabili nulla hanno a che fare con il bene comune.
Si decide di riassegnare, ma a tempo determinato, il primo livello all’ospedale di Casarano, accorpandolo con quello di Gallipoli.
Nello stesso tempo Galatina e Copertino sono sul piede di guerra e gli stessi cittadini di Casarano non hanno l’anello al naso per non capire che questa sia una scelta dal vago sapore elettorale, visto che l’11 giugno si rinnoverà il Consiglio comunale.
Si decide di riassegnare qualche posto letto ad Ostuni che era stato tolto dal Piano del riordino ma si lascia invariato lo smantellamento generale di ben tre ospedali falcidiati nel brindisino.

A Taranto – incalza l’esponente ionico di Sinistra Italiana – la situazione è ancora peggiore di quello che sembrava, poiché di fatto aldilà delle promesse sull’ospedale di Grottaglie, giorno dopo giorno l’organizzazione del “San Marco” si sta destrutturando con la pantomima della chiusura dell’H 24 dell’Ortopedia, poi revocata dallo stesso dottor Ruscitti per motivi ancora non conosciuti, il Pronto Soccorso del “Santissima Annunziata” scoppia a causa della contemporanea chiusura di quello del “San Marco” di Grottaglie e del “Moscati” di Taranto e contemporaneamente si mette a rischio la chiusura dei Punti di Primo Intervento di Massafra, Ginosa e Mottola.
Per non parlare dei posti letto di Infettivi ridotti da 20 a 10 su tutto il territorio provinciale, nonostante la presenza eccezionale dell’hotspot, quindi di migranti bisognosi di cure, o della vicenda degli unici due posti letto lasciati in piede per la Diabetologia su un totale di 111 su base regionale. Nel barese da un lato si riassegnano, ed è una notizia positiva, i posti letto della Neurochirurgia al “Di Venere”, ma contemporaneamente nell’ultima versione del Piano di riordino ospedaliero si assegnano ulteriori otto posti letto alla Neurochirurgia delle tre strutture private, che già nel precedente Piano avevano beneficiato di nuovi posti letto per quella branca, senza contare l’avvio del Pronto Soccorso privato alla “Mater Dei”.

Ancora in alto mare la risoluzione del problema dell’ospedale di Molfetta con decisioni assurde come quella di assegnare a Corato il Primo livello togliendo Urologia e Cardiologia all’ospedale molfettese, costringendo i cittadini di una grossa cittadina a spostarsi a Bari per l’Urologia e a Corato per la Cardiologia.
Chiude Triggiano, chiude Terlizzi, che vanno verso strutture riabilitative e di Centro risvegli, così come le strutture di Ceglie Messapica, di Grottaglie e di Canosa cui verranno attivati oltre 200 posti letto molto probabilmente affidati a privati. Quindi un’altra torta da circa 40 milioni di euro che sarà assegnata ai privati oltre ai già 840 milioni di euro che annualmente la Regione investe nella Sanità ospedaliera.
Manca una pianificazione per il piano assunzionale nonostante manchino oltre 6000 unità nelle piante organiche che determinano servizi non sempre all’altezza della situazione, come possiamo immaginare!
Oltre a chiudere otto ospedali la cosa più assurda è la mancata attivazione di 1000 posti letto che si potevano far partire in Puglia e che invece per una ragione ancora sconosciuta si è deciso di non attivare.
Questo mette nelle condizioni di avere reparti interi con pazienti ricoverati in barelle alcune volte anche nei corridoi, come è venuto il 2 marzo scorso nel reparto di medicina uomini dell’ospedale di Taranto, dove c’erano 10 pazienti ricoverati in barella.

Per questi motivi – conclude Borraccino – Sinistra Italiana attraverso il sottoscritto ha votato due volte contro il Piano di riordino ospedaliero in Commissione Sanità decretandone la bocciatura.
Chiediamo per l’ennesima volta al presidente Emiliano, appena avrà terminato il tour delle Primarie, di rivedere quel Piano sulla base delle effettive esigenze delle comunità, dei cittadini, degli operatori sanitari, ascoltando le associazioni, gli Enti locali, facendo quello che purtroppo non si è fatto lo scorso anno quando ha deciso di tirare avanti da… uomo solo al comando!

Questa logica non ci piace e la nostra sarà una forte critica ogni volta che si adotteranno provvedimenti di questo genere. Il nostro orientamento sarà quello di rispettare le esigenze dei territori, del bene comune, scevro dai vincoli della maggioranza.»

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