Pubblicità in concessione a Google

«Credo che l’allarme lanciato nei giorni scorsi sul tema del subappalto e le possibili infiltrazioni mafiose non sia solo un problema di endemica intromissione del malaffare, quanto di un sistema che ha sgretolato l’incidenza del controllo su questi fenomeni. E non mi riferisco solo agli appalti al ribasso ma anche alla piaga del racket delle estorsioni dentro i cantieri.» Così Francesco Bardinella, segretario generale della FILLEA CGIL di Taranto che puntualizza la posizione del sindacato degli edili della CGIL.

Pubblicità in concessione a Google

«Il tema da porre al Prefetto Cafagna deve essere una strada operativa – dice Bardinella – perché sul piano degli intenti abbiamo perso anni, e in questi anni abbiamo visto operai lavorare nei grandi cantieri per la infastrutturazione del territorio privi di dispositivi di protezione individuale e gli incidenti anche gravi nei recinti di quella illegalità diffusa non li abbiano neanche potuti registrare. Un mondo occulto che si è figlio del sub appalto selvaggio che taglia non solo sui costi del personale ma anche sulla sicurezza e la formazione delle maestranze, ma che attecchisce ancora di più nella terra di nessuno dell’assenza di controlli. Su questi aspetti sono convinto che riusciremo a lavorare d’intesa prima di tutto con l’Ance, ed essere insieme protagonisti di una nuova e proficua stagione per il settore sul nostro territorio.

Per la FILLEA CGIL dunque non è più il tempo degli intendimenti.
Serve un protocollo di legalità con il coinvolgimento delle forze sindacali e che come già preannunciato dallo stesso Prefetto, alzi la guardia su gli appalti tarantini. Ci servono ad esempio strumenti più pervasivi per chi può fare i controlli nei cantieri – dice Bardinella – e in questo senso non aiuta neanche il nuovo DURC on line che non ci consente ad esempio di sapere quali sono le aziende che aprono cantieri sul nostro territorio. In questo caso la semplificazione amministrativa è anche una grossolana semplificazione dei seppur minimi dispositivi di controllo che si potevano mettere in atto per quelle aziende che richiedevano il DURC nelle Casse Edili territoriali. E qui non sono solo le imprese sotto attacco. Qui vi è un intero comparto estromesso e condizionato da sfruttamento, lavoro nero e grigio. Ed è irresponsabile nonché assolutamente immorale immaginare di costruire la Taranto di domani su questa basi.

Serve una riabilitazione economica che nei prossimi anni potrebbe essere determinante anche come forza ammortizzatrice degli effetti che potremmo registrare nel calo di commesse da parte della grande industria – commenta ancora il segretario della FILLEA – ed ecco perché i correttivi vanno posti in essere immediatamente, anche cominciando dall’abc. Le aziende che si occuperanno delle bonifiche, dell’ambientalizzazione, del porto, delle opere inserite nelle schede CIS o quelle dell’Accordo di Programma devono applicare il Contratto Nazionale perché il dumping contrattuale ha già ammazzato buona parte dell’economia legale di questo territorio.

Se sapremo fare fronte unico e fare tesoro dell’esperienza, forse riusciremo anche a vincere la sfida della monocultura e della mono committenza che negli anni ci ha consegnato un humus imprenditoriale spesso asfittico e impreparato.»

Pubblicità in concessione a Google