FS punta diretta verso il futuro: questo è quello che emerge dalle dichiarazioni di Renato Mazzoncini, AD di Ferrovie dello Stato.
Il motivo sarebbe dovuto al fatto che, attualmente, Ferrovie copre solo in minima parte la domanda di mobilità degli italiani e che i progetti attualmente in essere espanderanno in modo capillare l’innervatura ferroviaria del Paese, sia a livello regionale che nazionale e internazionale.
Ferrovie dello Stato: ecco i piani di crescita
Il Piano Industriale di Ferrovie dello Stato procede spedito verso l’obiettivo di dotare l’Italia di infrastrutture ferroviarie di livello europeo, in grado di fornire un servizio ai passeggeri che sia realmente door-to-door e che possa consentire una mobilità di grande qualità sia per quanto riguarda il traporto merci che le esigenze dei comuni cittadini. Lo scopo è traghettare le ferrovie nel futuro, integrando nel sistema di mobilità le nuove tecnologie e le piattaforme informatiche di nuova generazione, consentendo al cittadino di accedere immediatamente ai servizi di FS fra una tappa e l’altra.
Fra alta velocità, internazionalizzazione e investimenti, Renato Mazzoncini, l’AD di Ferrovie dello Stato nella sua intervista su la Freccia, il mensile ufficiale della società, ha evidenziato tutte le caratteristiche di un Piano Industriale che integra sapientemente innovazione e capacità di trovare una risposta alle annose richieste dei mercati.
“Oggi soddisfiamo solo una piccola percentuale della domanda complessiva di mobilità dei cittadini e il 2% nel settore merci. Abbiamo margini di crescita straordinari”, ha spiegato Renato Mazzoncini.
Non solo Nord: i piani di FS per il Meridione.
FS sta investendo svariati milioni di euro nel potenziamento delle tratte estere, ma al tempo stesso sta intervenendo per dotare il Meridione di maggiori possibilità di scalo merci. Questa è ad esempio la strategia che sta riguardando Taranto, attualmente al centro di un investimento di 25 milioni per il potenziamento dell’area portuale, che consentirà l’assemblaggio del treno direttamente in loco. L’obiettivo di questo piano è intercettare le navi carico delle tratte transoceaniche, favorendo una crescita economica della Puglia e di Taranto, soprattutto perché parliamo del primo porto in Europa per quello che concerne la tratta cinese.
Si tratta di una strategia che punta forte sul risparmio economico: i costi verrebbero infatti abbattuti in virtù della riduzione delle tempistiche di scarico e di carico delle merci dal treno. Un dettaglio non da poco, che garantirebbe a Taranto un notevole vantaggio competitivo rispetto agli altri porti nazionali e internazionali.