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Uno dei settori che sembra non risentire di periodi di crisi è il settore alimentare (fonte Gruppo Maurizi). I dati in merito ai consumi sono quasi sempre in positivo, o comunque non manifestano cali di rilievo. In un periodo di incertezze provenienti dal mondo del lavoro c’è chi decide di diventare imprenditore di se stesso e aprire una propria attività, e proprio grazie ai dati confortanti, si prediligono attività commerciali nel settore alimentare.

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Come  fare per aprire questo tipo di attività?

Bisogna sottolineare che a seguito del decreto Bersani (n. 114 del 31/3/1998) e a seguito della liberalizzazione delle licenze, la procedura è stata notevolmente semplificata. Innanzitutto bisogna verificare se sussistono una serie di requisiti essenziali: personali e professionali. Una volta confermata l’idoneità all’apertura dell’attività (non bisogna aver riportato condanne per delitti colposi, ricettazione, riciclaggio, insolvenza fraudolenta, bancarotta fraudolenta, usura, rapina, delitti contro la persona commessi con violenza, estorsione, reati contro l’igiene e la sanità pubblica) occorre procedere all’apertura della Partita IVA, alla ricerca del locale adatto, al contratto di affitto o acquisto, iscrizione alla Camera di Commercio, all’INAIL e all’INPS…

Per quanto riguarda i requisiti professionali per il settore ore alimentare è richiesto il possesso di un diploma di scuola secondaria superiore o di laurea, anche triennale, o di altra scuola ad indirizzo professionale, almeno triennale, purché nel corso di studi siano previste materie attinenti al commercio, alla preparazione o alla somministrazione degli alimenti; l’avere esercitato in proprio attività d’impresa nel settore alimentare o nel settore della somministrazione di alimenti e bevande o avere prestato la propria opera in qualità di dipendente qualificato, addetto alla vendita o all’amministrazione o alla preparazione degli alimenti, o in qualità di socio lavoratore o in altre posizioni equivalenti. Fondamentale è la frequenza di un corso professionale abilitante, di solito tenuto presso la Camera di Commercio, dove apprendere elementi di  legislazione fiscale e commerciale, normative in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro e antincendio; marketing e gestione d’impresa commerciale, gestione amministrativa, norme igienico-sanitarie. Occorre informarsi bene sulle norme in merito ai locali da adibire all’attività: alcuni comuni impongono dei vincoli sulla posizione, sulla dimensione, ecc.; è inoltre necessario accertarsi della agibilità a seconda della destinazione d’uso dei locali scelti. Altra formalità importantissima che riguarda sempre i locali dove esercitare l’attività è il fatto che questi devono rispondere ai requisiti stabiliti dall’ASL.

Appena scelto il locale occorre procurarsi un titolo necessario per intraprendere con decorrenza immediata l’esercizio dell’attività: la SCIA, ovvero il servizio della documentazione che serve a chiunque voglia aprire un’attività commerciale nel settore alimentare.

La SCIA è la segnalazione certificata d’inizio di un’attività imprenditoriale, commerciale e artigianale; è un’autocertificazione che deve essere redatta e presentata al Comune prima dell’inizio dell’attività.

 

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