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Antonio Favale affastella nelle opere non solo i tratti della propria biografia umana, i racconti di vita, ma li evidenzia, connotandoli di emozioni che aveva ricevuto di fronte alla fonte ispiratoria, proiettandone i conati nell’osservatore, ovvero omologandoli in lui, che per questo ne diviene il fruitore, e ricorrendo spontaneamente a quella cromia – appartenente alle visioni di un microcosmo ancora indenne dalle altrui manipolazioni – che ad Antonio Favale è straordinariamente congeniale e che partecipa all’originalità del suo essere artista.

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Oli e tanti acquerelli e poi acquaforte e puntasecca … e da esse l’osservatore ha sempre ricevuto il dono omologistico della fruizione, ossia le identiche emozioni che, come ho premesso, l’autore stesso aveva provato innanzi alla fonte ispiratoria.
Da notare i frammenti di ceramica colorata, quale dedica alla sua terra d’origine, Grottaglie tra le città delle ceramica d’eccellenza.
Si sa che i colori non esistono al buio, ovvero, in termini scientifici, essi non si irradiano se non sono colpiti dai fotoni (della luce). Tra il nulla delle tinte e il loro riemergere in luminosità esiste però un passaggio particolare definibili poeticamente il crepuscolo, o l’aurora, se più piace, delle tinte; ebbene, Antonio Favale riesce eccezionalmente a omologare tale crepuscolo, o aurora, nella magnifica cromaticità dei suoi quadri.
Si è dunque al cospetto di un artista nel senso compiuto di questa definizione poiché le connotazioni che egli imprime alle iconografie si riversano nei conati di chi si sofferma al loro cospetto.

C’è dell’altro: Antonio Favale ha la capacità straordinaria, dunque rara, di sublimare la propria arte, insomma di renderla articolo letterario, nel senso che chiunque è spinto a ricercare in essa un significato universale di sapienza.
L’artista, docente a Treviso, è noto in mappa nazionale e a Grottaglie non si può non essere compiaciuti nel sapere le sue opere ammirate nell’Esposizione d’Arte Contemporanea Venezuela – Italia “Dialogo” svoltasi galleria nel centro storico di Treviso dal 22 ottobre a l’8 novembre.

Ventotto artisti noti, sette venezuelani Isabella Alvarez, Rafel Arteaga, Victor Avellaneda, Lauren Bianchi, José De Silva, José Moreno, Renzo Rivera e ventuno italiani Eugenio Azzola, Simon Benetton, Ivana Bomben, Daniele Borsoli, Sonia Ervas, Antonio Favale, Renzo Galiazzo, Luciano Longo, Raffaela Longo, Rosa Alda Manfrini, Tiziano Marchioni, Emanuela Mezzadri, Ilario Mutti, Roberto Pallestrong, Marco Rosellini, Renato Sartoretto, Franco Schiavon, Bruna Sordi, Ilaria Taurino, Nunzio Terrano, Bruno Zago.

(Si ringrazia per la collaborazione il sig. Ferruccio Gemmellaro, autore del presente articolo)

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