Un no deciso alla creazione di un’Agenzia pugliese sostitutiva dei Consorzi di Bonifica per la gestione dell’acqua in agricoltura: è quanto sostenuto dalla delegazione Fai Cisl Puglia Basilicata, composta da Paolo Frascella segretario generale, Antonio La Fortuna segretario generale Fai Cisl Taranto Brindisi, Luigi De Lorentis, Responsabile Coordinamento regionale Consorzi Fai Cisl e Luciano Di Nunno, Rsa del Consorzio Terre D’Apuliae di Bari, convocata ieri, in 4^ Commissione regionale a Bari, dove si è discusso di norme straordinarie in materia di Consorzi commissariati.
“Siamo chiamati per l’ennesima volta a discutere su una ipotesi di riforma senza mai giungere, dopo ben 22 anni, ad una definitiva conclusione e, per giunta, oggi su uno schema di Ddl che peggiore non poteva essere” hanno sostenuto gli esponenti sindacali “pertanto non accetteremo ricatti per sbloccare le risorse del Bilancio 2016 sul capitolo irrigazione, ignorando le restanti mancate risorse per interventi di salvaguardia e tutela del territorio che i dipendenti continuano ad eseguire tra grandi difficoltà di gestione degli Enti.
La Commissione di Garanzia per l’attuazione della L. 146/1990 (diritto di sciopero) ha ricompreso tra i servizi pubblici essenziali l’attività svolta dai Consorzi di “irrigazione dei terreni” per cui appare improbabile, hanno aggiunto, che tale attività transiti, così come si vorrebbe, in un Agenzia regionale prima e poi, eventualmente, in una società per azioni.
I Consorzi di Bonifica, in Puglia, soffrono, da anni, di una situazione debitoria, non vengono riconosciute le spese generali concernenti le attività progettuali ed esecutive, senza sottacere delle altre passività crescenti per i costi dell’energia elettrica, dell’acqua fornita dalle regioni limitrofe e per artifizi di natura politica che diminuiscono a vantaggio di alcune categorie privilegiate.
Per la Fai Cisl l’individuazione di un unico Consorzio, come prefigurato, su un territorio che prenderebbe circa i 2/3 della Puglia, non è soluzione condivisibile, né può esserla la scelta degli accorpamenti territoriali, in quanto una volta ripristinata l’ordinaria amministrazione si rischierebbe una rappresentatività territoriale parziale – hanno ancora argomentato i rappresentanti sindacali rincarando – in tema di riorganizzazione del territorio, che la soppressione di un Consorzio, di fatto comporta la fine del rapporto di lavoro eppure il Ddl non prevede garanzie per i dipendenti le cui figure professionali andrebbero, peraltro, incrementate in funzione dell’attività consortile (geologi, ingegneri strutturisti, avvocati, etc.) e oltretutto dimentica gli impegni già assunti per la stabilizzazione di 200 operai a tempo determinato dei Consorzi commissariati .”
Molti dubbi hanno riguardato anche la normativa del ripiano della massa debitoria pregressa, le cui “ipotesi appaiono aleatorie, con la possibilità che l’eventuale nuovo/i Consorzi si trovi/no in difficoltà gestionale, laddove detto ripiano non avvenisse senza l’accettazione almeno l’80% dei creditori.”
Il Ddl, insomma, deve essere cambiato radicalmente, è stata la conclusione dell’intervento Fai Cisl “e non crediamo che, davvero, questa Amministrazione Regionale possa giungere a partorire una norma così scellerata che avrebbe ripercussioni negative ancor prima che nei confronti dei Consorzi, nei confronti dei cittadini pugliesi e in tutti i casi metteremo in campo tutte le azioni democraticamente consentite affinché queste norme non passino in questi termini e con questi contenuti.”