«La relazione del Presidente Vincenzo Cesareo che ha introdotto, nei giorni scorsi, i lavori dell’Assemblea generale di Confindustria Taranto, ha rilanciato con lo slogan “Taranto città del mondo” un tema notoriamente caro anche alla Cisl.» E’ quanto dichiara Antonio Castellucci – Segretario generale della CISL di Taranto e Brindisi.
«Ha sottolineato le complessità con cui è alle prese l’economia territoriale – evidenzia Castellucci, ha argomentato sulle diversificate opportunità economiche e geografiche di sviluppo e di occupazione aggiuntiva, grazie anche all’azione di Governo e, prima ancora, alle risultanze di una stagione della concertazione sociale passata che non andrebbe mai sottovalutata né rimossa.
Ha concluso la serie di articolate considerazioni con l’appello accorato rivolto all’insieme della comunità ionica a dare tutti “ora una risposta energica e coesa”, evocando una serie di criticità che investono il mondo dell’impresa ionica; su tutte, quelle riguardanti le almeno 100 aziende dell’indotto Ilva ed i tempi definiti “biblici” per la chiusura dell’amministrazione controllata dello stabilimento siderurgico.
Ci sia consentito di puntualizzare che dietro i numeri delle crisi aziendali ci sono migliaia di donne e uomini, persino con professionalità medio/alte, che rischiano ogni giorno di perdere, definitivamente, il proprio lavoro; mentre molti dei loro figli continuano ad essere disoccupati e alcuni di questi, in numero sempre crescente, fuggono via per creare altrove valore aggiunto, grazie ad una preparazione scolastica sempre più elevata ed alla ricerca di un’occupazione definitiva che solo altrove, al momento, rimane sogno pressoché possibile.
Giova ricordare – aggiunge il segretario generale della CISL di Taranto e Brindisi – che sulle politiche di crescita – non solo nazionali ma anche territoriali – la proposta di un grande patto sociale lanciata dalla Cisl, dal resto del sindacato confederale e condivisa da Confindustria, si caratterizza in tutto il suo valore strategico, giacché solo attraverso una assunzione di responsabilità di Governo e parti sociali e la condivisione di obiettivi e di strumenti, sarà possibile affrontare e vincere anche le sfide con cui è alle prese il territorio ionico ed andare oltre la crisi.
Patto sociale, dunque, essendo Taranto accreditata di tutte le condizioni positive per traguardare con successo gli obiettivi che Confindustria, Organizzazioni sindacali e Istituzioni perseguono, ovvero la salvaguardia del sistema industriale qui esistente, l’ambientalizzazione compiuta dello stabilimento Ilva e la sostenibilità di tutti i processi produttivi di cui il territorio è vocato, l’implementazione dei driver di sviluppo comunemente riconosciuti: portualità, maricoltura, agricoltura, turismo, università, ambiente, cultura, ecc.
Non è forse questa la logica che sottende al Contratto istituzionale di Sviluppo (Cis) e persino al Patto per la Puglia, quando gli stessi soggetti vengono sollecitati a misurarsi in termini di partecipazione, di coesione e di corresponsabilità?
Condivisione, dunque per misurarsi anche a Taranto sul versante delle Politiche industriali, grazie al Piano nazionale Industria 4.0, presentata di recente dal Governo, che rende disponibili 23,9 miliardi per il settore privato e 13 per quello pubblico, che anche noi consideriamo occasione importante per le nostre imprese .
Ribadiamo l’invito al presidente della Puglia, Michele Emiliano che ha riaffermato le sue posizione di critica nei confronti del siderurgico ionico, che la Regione, ha l’obbligo di svolgere ruoli istituzionali propri – dai monitoraggi agli interventi periodici, alla sorveglianza sanitaria, al completamento dell’Aia, fino alla medicina territoriale – perseguendo e condividendo insieme con il Governo e con il sindacato l’obiettivo possibile di far convivere, produzione siderurgica, risanamento dell’apparato produttivo ed ambientale e salvaguardia occupazionale diretta e dei sistemi appalto e indotto.
Pensiamo, insomma, che sia necessario sempre il confronto e l’ascolto reciproco e mai il conflitto fine a se stesso, come accaduto nei giorni scorsi nei confronti del sindacato confederale, considerando che tutto il sindacato è quotidianamente in prima linea ad affrontare crisi e condividere le difficoltà dei lavoratori e delle loro famiglie.
Taranto, città in piena emergenza – ambientale e sanitaria su tutte – non può né deve divenire luogo di scontro – conclude Castellucci – ma deve potersi trasformare in una nuova agorà per rendere proficua ogni opportunità di confronto propositivo, scevro da qualunque appartenenza ideologica e partitica.
Sarà tra le condizioni determinanti, questa, perché Taranto guardi al mondo e, come ha concluso anche il Presidente nazionale di Confindustria Vincenzo Boccia “il Sud torni al centro delle attenzioni del Paese.”»