«Il comunicato sul rapporto tra cultura e occupazione redatto e diffuso dalla SLC CGIL e poi replicato dalle associazioni del territorio, è il segno di un dialogo mai abbastanza approfondito e programmatico su un tema che è sviluppo per tutti: per chi lavora e prova a vivere di musica, teatro o arte in generale e per chi pensa all’offerta come occasione di sviluppo culturale e turistico della nostra provincia.» Replica così al batti e ribatti di comunicati dopo la nota a firma di Andrea Lumino, il segretario della CGIL di Taranto, Giuseppe Massafra.
«La nota della SLC è stata volutamente provocatoria – spiega Massafra – ma non con l’intenzione di gettare sale su un comparto di estrema importanza per la nostra comunità, ma con la mission chiara ed evidente di parlare di sviluppo in senso pieno da parte del sindacato, anche stanando associazioni mono-composte fruitrici di risorse mai realmente spese per la crescita territoriale.»
Torna dunque sulla trasparenza e la congruità dei finanziamenti il segretario Massafra esprimendo in sintonia con Lumino perplessità sul concetto di sviluppo culturale. «Lo sviluppo culturale deve rappresentare anche un auspicabile sviluppo economico della nostra provincia costretta, ora più che mai, ad un passaggio epocale tra una economia arretrata e soffocante ad una visione strutturale più evoluta e rispetto della natura e della salute degli uomini e delle donne che lavorano qui – aggiunge ancora Massafra – ecco perché nell’ottica del rispetto continuiamo a chiederci come sia possibile che nonostante gli ingenti investimenti regionali sul settore, la media delle giornate lavorative, e quindi delle retribuzioni e relative coperture previdenziali ed assicurative, siano estremamente basse. Su questo punto, a Taranto abbiamo deciso di aprire un confronto serrato.
Per quanto riguarda il merito del dibattito di questi giorni – continua il segretario della CGIL – come sindacato non stiamo criticando le singole strutture di produzione, ma critichiamo i meccanismi regionali e comunali di finanziamento che, in maniera evidente, non rispettano quei criteri di trasparenza da noi richiesti in maniera incisiva e che valgono per tutti gli altri settori produttivi.
Un principio che secondo la CGIL consentirebbe di premiare e far cresce le strutture di produzione che sul territorio esprimono non solo qualità artistica ma anche etica del lavoro.
Questi meccanismi di finanziamento, infatti, non solo devono essere trasparenti ma anche efficaci, attraverso l’utilizzo dell’Osservatorio Regionale sul settore che è previsto dalla legge 6 del 2004 ma che non è mai entrato in funzione – dice Giuseppe Massafra. In questa legge regionale, per esempio, è previsto che chi benefici di questi contributi pubblici, dovrebbe rendicontare le spese sostenute, la tipologia dei contratti utilizzati, i contributi versati e le assicurazioni: su questo, i controlli non vengono effettuati in maniera adeguata, non consentendo di premiare quelle strutture di produzione che nel territorio esprimono attività di quantità e qualità, sia artistica che gestionale.
Sulla base di questo ragionamento, il sindacato non ha intenzione di fare attacchi pretestuosi, ma di aprire sul territorio un confronto con le aziende e con le istituzioni che vadano nel merito dei punti da noi esposti – conclude Massafra – Enti territoriali chiamati anche a pianificare gli interventi nel settore non all’ultimo secondo anche per consentire alle imprese artistiche di progredire nell’ottica della certezza e della programmazione almeno triennale.»