Il dibattito intorno alla cultura o alle culture si sta spendendo, a Taranto, su un argomentare consistentemente “metaforico”. Ovvero si parla e basta. Tranne il MarTa, grazie alle idee della direttrice Degl’Innocenti che ha portato una nuova ventata di “giovinezza”, Taranto langue in termini progettuali.
Parlo di progettualità. Attenzione. Occorre andare oltre. Credo che bisogna superare le fasi teoriche e scavare in una idea progettuale di fatto.
La Magna Grecia e il Mediterraneo costituiscono modelli di civiltà e di esperienze da proporre come elementi formativi e didattici. Ma è da una vita che dico ciò. Bisogna pensare ad un minimo di progetto che tenga conto di una linea Mediterranea che vada da Archita a Pitagora ad Ibico. Ovvero: Taranto, Sibari – Crotone, Reggio Calabria. Proprio su questo il mio lavoro in pubblicazione dal titolo “Magna Grecia. Dal materiale all’immateriale” segna alcuni tappe nel campo del bene culturale da Taranto a Reggio Calabria.
L’idea riguarderebbe quattro direttrici: L’aspetto storico culturale. L’aspetto turistico accoglienza. L’aspetto inerente i collegamenti tra le aree meridionali: un circuito e una veicolazione che possa partire proprio dalla Puglia e dalla Calabria. L’aspetto prettamente religioso.
Considerato che l’area Sibari – Broglio – Trebisacce ha un suo forte Istituto archeologico che svolge una intensa attività promozionale, oltre che di ricerca, il collegamento diretto con Taranto oggi diventerebbe necessario. L’Istituto di cui parla ha all’attivo numerosi impegni e diverse pubblicazioni alle quali ho dato anche io il mio contributo prettamente scientifico.
La ricerca, sulla quale si può trovare una apertura vasta, punta a focalizzare alcuni aspetti e mostrarli su un piano di coerenza didattica con una metodologia pedagogica grazie alla pubblicazione del lavoro evidenziando i punti già menzionati.
Consapevoli che i beni culturali non sono soltanto modelli episodici nell’investimento di programmazione economica di un territorio sono convinto che la Magna Grecia e il Mediterraneo non hanno soltanto storie e memorie da rivendicare, ma hanno un futuro che deve essere costruito sulla base di reali testimonianze.
Il Mediterraneo come civiltà in un Paese dentro la cultura dell’Europa. Non solo crogiolarsi dietro il concetto di essere Mediterraneo: espressione a volte anche banale. Di quell’Europa che è Mediterraneo nella storia, nella civiltà, negli assetti geografici e politici. Occorre candidare la Magna Grecia, in termini concreti, come sede dei beni culturali per il Mediterraneo.
Proprio per questo i beni culturali e la cultura rappresentano una chiave di lettura che tocca aspetti economici e di promozione, di sviluppo complessivo dei territori e di investimento.
La risorsa cultura è una realtà ormai tangibile che interessa i territori nella loro specificità ma anche nella loro capacità di sfruttare le energie e le vocazioni che si trovano in essi. I risultati di un investimento su tale risorsa non hanno un risvolto immediato ma si capitalizzano attraverso quel processo produttivo che diventa indubbiamente valore aggiunto.
E’ chiaro che sempre più si deve parlare di culture e non solo di cultura perché l’asse valorizzante che si crea nei territori è dato da un intreccio di situazioni e di sistemi che non permettono più di definire un singolo aspetto della cultura.
E’ necessario definire questi processi in un sistema di comparazioni che pongono come modello significativo la realizzazione dei progetti integrati tra conoscenza e diffusione della promozione. Ecco perché sempre più si entra nell’abbinamento tra cultura e valore aggiunto.
I presupposti per una interazione tra cultura e culture (quella depositata e determinante nella conoscenza dei vari settori e quelle sommerse che occupano uno spazio notevole sia nell’approfondimento delle consapevolezze identitarie sia nella comparazione progettuale delle valorizzazioni) non possono che aiutare e stimolare i territori nella realizzazione di un progetto diffuso proprio riferito al rapporto tra attività culturali e fruizione delle culture che mirano a promuovere la conoscenza delle identità.
Insomma vengo al nodo di Gordio. Filosofia, letteratura, lingue e archeologia e beni culturali come elemento tout court costituiscono un legame imprescindibile.
Obiettivo principale è quello di rileggere il contesto della Magna Grecia a partire, appunto, da Taranto sino alla città che custodisce i Bronzi di Riace attraverso:
-lo studio su Archita, Pitagora e Ibico;
-la rilettura dei luoghi più rappresentativi, le presenze che raccontano la griglia simbolica dei territori della Magna Grecia;
-i miti che tuttora sono riferimenti archeologici e storici e le tradizioni popolari ed etno – antropologici mediterranei;
-il rapporto, l’interazione, la simbiosi tra Magna Grecia e mediterraneità su elementi esposti nel punto precedente;
-la letteratura non solo antica, ma anche la letteratura moderna contemporanea, nella quale si evidenziano le presenze dei luoghi e dei simboli della Magna Grecia oltre che la letteratura di viaggio (o dei viaggiatori) nella Magna Grecia;
-il ruolo che ha avuto la cinematografia e la musica nel far conoscere la storia e gli avvenimenti della Magna Grecia o l’importanza della Magna Grecia nel cinema e nella musica in riferimento all’importanza dei beni immateriali e materiali.
Si tratta, appunto, di Progetto Mediterraneo tra la Puglia e la Calabria attraverso i simboli che sono rappresentati nella cultura e nei beni culturali della Magna Grecia. Mi sembra che bisogna ormai operare e non spendere tempo a discutere soltanto. Bene questa è una linea progettuale sulla si dovrà pensare di lavorare puntando chiaramente alla visione della valorizzazione, perché senza la valorizzazione – fruizione – promozione ormai non si ha cultura.
A Taranto con il MarTa e il ruolo del coordinamento della Soprintendenza si dovrà creare un Progetto cultura. Anche perché la Soprintendenza ora con sede ora a Lecce ha un compito di straordinaria importanza in quanto tocca lo scibile del bene culturale nella più estesa articolazione: dalla archeologia alla antropologia e la Soprintende Maria Piccarreta è un ottimo elemento di sintesi che racchiude questi punti.
Si pensi agli Eventi e al Progetto perché il solo parlare extra istituzionale è soltanto noia.