«Dal un lato il presidente del Consiglio Matteo Renzi, che nella sua visita a Taranto della scorsa settimana ha apposto la sua firma sul Contratto di Sviluppo per Taranto (Cis), parlando di un pacchetto d’investimenti da 850 milioni di euro per Porto, bonifiche e altri progetti per la città.» Comincia così la nota del Consigliere Regionale Renato Perrini in merito alle risorse che dovrebbero essere a disposizione del territorio ionico.
«Dall’altra parte – prosegue Perrini – il Governatore di Puglia Michele Emiliano che al contrario parla di “soldi già annunciati e stanziati”. Al centro i cittadini della provincia di Taranto, che non sanno, ancora oggi, chi tra i due esponenti dello stesso partito, il Pd, con evidenti divergenze di vedute, dice la verità. Insomma ancora una volta ci ritroviamo al centro di una diatriba politica che sposta l’attenzione da informazioni basilari: come sono stati o saranno spesi questi soldi? Sono finanziamenti realmente vecchi? Il Governo ha intenzione di chiudere la partita su Taranto con solo 850 mila euro, così come ci è parso di capire all’indomani della visita del Premier?
In consiglio regionale – aggiunge il consigliere regionale dei CoR – nessuno, né il presidente Emilano, né tantomeno i consiglieri di maggioranza, e in particolare quelli del Pd, sono venuti a riferire circa il pacchetto d’investimenti per il rilancio della città di Taranto. Né tantomeno qualcuno si è sentito in dovere di incontrarci per avviare una fase di dialogo costruttivo su questo argomento. Per non parlare della totale esclusione della società civile che ricava informazioni dai giornali o da propri contatti personali.
La cosa ci dispiace e molto perché, non tutti sanno, che nei primi mesi del governo Emilano, con i consiglieri regionali del tarantino, avevo stretto un “Patto per Taranto”, al fine di viaggiare all’unisono sui temi caldi, e la partita ambientale a Taranto così come il pacchetto economico per il suo rilancio, “sono” temi caldi.
Da qui – conclude Perrini – la decisione di lanciare, un appello forte e chiaro: serve la massima chiarezza e la massima trasparenza, riproporrò le mie domande nelle commissioni regionali preposte, e pretenderò risposte. E’ mio diritto sapere, è mio dovere informare chi ha apposto la sua fiducia sulla mia persona.»