«Di fronte al muro di gomma della Regione Puglia, del suo presidente, del suo responsabile dipartimento salute e del direttore generale dell’ASL di Taranto, e contro i tagli che stanno compromettendo il diritto costituzionale alla salute dei miei concittadini sono pronto a ricorrere alla giustizia amministrativa contro il Piano di Riordino Ospedaliero e annuncio sin da ora che come Comune di Statte ci costituiremo parte civile in tutti i processi che potranno scaturire dai danni che questi tagli alla sanità potranno provocare nella vita della comunità locale.» Così il Sindaco di Statte, Francesco Andrioli, che dopo alcune settimane passate dietro le quinte nell’intento di dialogare e trovare accordi più proficui per l’Ospedale Moscati che territorialmente ricade sul territorio comunale della cittadina alle porte di Taranto, oggi dichiara che è terminato il tempo dell’attesa.
«La chiusura di alcuni reparti e il depotenziamento dell’Ospedale Moscati è assurda e paradossale – dice Andrioli – e chi fa finta di non comprenderlo si renderà colpevole di tutte le eventuali conseguenze. Perché in una struttura così delicata che è il fronte più estremo ma anche il più valido e competente dell’emergenza epidemiologica tarantina è impensabile anche solo spostare un singolo tassello di un ingranaggio che già lavora con grande sacrificio. Perché non è assolutamente poco frequente il rischio di complicanze ad esempio cardiologiche in un malato di cancro sottoposto a trattamenti chemioterapici o radioterapici e pertanto chiudere cardiologia in quel nosocomio equivale a condannare i nostri malati a un rischio raddoppiato. Se una ipotesi del genere si dovesse presentare è indubbio che il Comune di Statte saprà da quale parte stare!
Nel Piano dell’Assessore Pentassuglia – aggiunge il Sindaco di Statte – si andò in deroga e i numeri furono messi da parte per prediligere le risposte da dare alle persone, specie a Taranto e a Brindisi – dice Andrioli – ecco perché la battaglia che in questi territori colpiti dall’inquinamento e da picchi ad esempio di neoplasie polmonari è assurdo anche togliere pneumologia e darla ai privati, così come è assurdo in assenza del nuovo ospedale San Cataldo pensare di cancellare 600 posti letto e molti posti di lavoro fra personale medico e infermieristico, facendo collassare la sanità pubblica da Grottaglie a Manduria, passando infine per tutti i territori che fanno riferimento al Moscati di Statte.
Avevamo diritto a risposte che fossero in linea con i recenti dati emessi dal Registro Tumori mentre il terzo Piano di riordino schiaffeggia ancora una volta Taranto e i suoi cittadini che non chiedono favoritismi ma equità e giustizia sociale rispetto ad un territorio regionale che non vive assolutamente le nostre stesse emergenze – continua il sindaco di Statte – ecco perché non solo non ci piace il piano estivo, quello di riordino generale, ma pensiamo che con tutti i partner istituzionali del territorio e le parti sociali, si debba andare al confronto diretto per la madre di tutte le battaglie che riguarda in particolar modo il personale e il potenziamento delle strutture. Per questa ragione chiedo a tutti i parlamentari della provincia, ai consiglieri regionali e a tutti i sindaci, nessuno escluso, di fare fronte unico affinchè la vita e la salute della nostra comunità venga finalmente rispettata.»
Andrioli infine rivolge un appello specifico al sindaco di Taranto: «Stefano è il referente istituzionale del Comune capoluogo sarebbe opportuno che si riconvocasse la conferenza dei sindaci con una certa urgenza. In quella sede sarà opportuno reiterare le richieste provenienti da tutti i territori e rinnovare le risposte che chiediamo alla Regione Puglia sul rafforzamento degli organigrammi di ASL e ARPA e sui servizi essenziali di chirurgia toracica, genetica, cardiologia e oncoematologia pediatrica.»