ILVA Taranto
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«“L’imponente dispersione di sostanze nocive nell’ambiente urbanizzato e non ha cagionato e continua a cagionare un gravissimo danno per la salute pubblica, danno che si è concretizzato in eventi di malattia e di morte”. Così scriveva il gip Patrizia Todisco nell’ormai lontano 2012, ovvero 10 decreti fa, nell’ordinanza di sequestro, senza facoltà d’uso, di sei impianti dell’Ilva di Taranto.» A ricordarlo in una nota è il Coordinamento del Comitato Taranto LIDER.

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«Nella perizia medico epidemiologica richiesta dallo stesso gip – ricorda ancora la nota, gli esperti raccomandavano la prosecuzione dell’indagine sugli aspetti riguardanti la fertilità e la salute riproduttiva.

Questo l’incipit dell’intervento del comitato Taranto Lider durante l’ audizione di ieri in Prefettura a Taranto; la delegazione della Commissione Ambiente, Sanità pubblica e Sicurezza alimentare (ENVI) del Parlamento Europeo, ha infatti incontrato alcune realtà associative del territorio, fra cui Taranto LIDER, rappresentata dal coordinamento, costituito da Roberta Villa, Maria Teresa D’Amato e Grazia Maremonti.

La Commissione ha approfondito le problematiche e gli sviluppi inerenti l’impatto dello stabilimento siderurgico Ilva sulla salute dei cittadini e sull’ambiente.

Le diossine e i PCB che hanno pesantemente contaminato e ( tutt’ora contaminano) il territorio jonico  – afferma la nota del Coordinamento Comitato Taranto LIDER – sono immesse in ambiente dall’Ilva di Taranto, ormai senza ombra di dubbio. Tra le malattie, spesso associate dalla letteratura scientifica alla contaminazione da diossine e PCB, c’è l’endometriosi. Una diretta conseguenza dell’endometriosi è l’infertilità. Le donne con endometriosi sono spesso costrette a sottoporsi a pesantissime stimolazioni ormonali e a cicli di fecondazione assistita.

Tra i vari studi scientifici citati dal comitato Taranto Lider durante l’audizione con la Commissione Parlamentare Europea, ne evidenziamo due.
Lo studio presentato dalla dottoressa Raffaella Depalo, dell’Unita’ di Fisiopatologia Riproduzione Umana del Policlinico di Bari durante il convegno “Salute, Ambiente, Lavoro”, organizzato dall’Ordine dei Medici della provincia di Taranto, da quello di Brindisi, dalla Fnomceo (Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri) e dall’Isde, l’Associazione internazionale dei Medici per l’ambiente, il 28 Settembre 2013 e anticipato nel luglio 2012 ad Istambul al 28° Meeting annuale della Società Europea di Riproduzione umana ed Embriologia.

Secondo lo studio, se negli anni ’70 il 16% delle donne, in Puglia, aveva problemi a procreare, oggi le coppie infertili sono il 20-25%, la maggior parte provenienti da una fascia di territorio compresa tra Taranto e Brindisi. E il 26% delle donne, provenienti dall’area geografica in un raggio di 20 km da Taranto, che si erano rivolte al centro diretto dalla Depalo erano in menopausa precoce: nessuna delle donne della stessa età, ma provenienti da altre parti d’Italia, era in menopausa. Una proporzione significativa di queste pazienti era affetta da endometriosi.

Lo studio è partito da un dato osservazionale emerso dall’AUDIT clinico e di laboratorio delle pazienti che si erano sottoposte ad un ciclo di Procreazione Medicalmente Assistita presso il Centro di PMA del Policlinico di Bari.
Importante citare anche l’intervento degli epidemiologi dell’ASL di Taranto al XXXVIII Congresso dell’Associazione Italiana di Epidemiologia tenutosi nel Novembre 2014 “Il futuro dell’epidemiologia per l’ambiente, la salute e l’equità”.
“Stima della distribuzione dell’endometriosi all’interno del territorio della ASL Taranto” . Citiamo un estratto dello studio realizzato sulla base delle schede di dimissione ospedaliera degli anni 2001-2012 delle donne residenti della ASL Taranto (n.d.r.: si riferisce quindi solo al 30% delle donne affette da endometriosi nella provincia di Taranto, il 70% non viene ospedalizzato):

“Dai risultati emerge un prevalente interessamento della fascia d’età 30-34 anni con tassi standardizzati diretti più elevati nei distretti del Comune di Taranto e con SHR (Rapporto Standardizzato di Ospedalizzazione) che riporta eccessi di rischio in tutta la Provincia del 27% rispetto allo standard regionale.

I risultati dell’analisi confermano la presenza di un eccesso di rischio nel territorio del Comune di Taranto che richiede sicuramente l’attivazione di un supporto alla rete di assistenza legata ai problemi di infertilità compresa la patologia endometriosica oltre che l’accelerazione delle procedure che consentano l’avvio a regime dell’istituendo Registro delle endometriosi della Regione Puglia.”
Il comitato Taranto LIDER proseguirà nell’azione di informazione e nella lotta contro l’inquinamento e per il riconoscimento dei diritti delle donne affette da endometriosi.

Tuttavia – conclude la nota del Coordinamento Comitato Taranto LIDER, ci preme ricordare quanto sia assolutamente insufficiente limitarsi a contare il numero di malati o cercare la miglior cura possibile. Ribadiamo con forza il diritto di vivere in un ambiente sano e pulito, nel quale le famiglie possano procreare e veder crescere i propri figli

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