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C’è un ennesimo filo che lega Bologna a Grottaglie; sottile, quasi invisibile ma tenace. E’ rappresentato dalla mostra mostra “Street Art – Banksy & Co.“, che rappresenta la prima grande retrospettiva dedicata alla storia della street art.

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Tra le centinaia di opere esposte, ve ne sono molte realizzate da artisti come Blu oppure Os Gemeos, che anche a Grottaglie hanno lasciato traccia del loro passaggio, come hanno fatto Ericailcane, Conor Harrington, Lucy McLauchlan e Bastardilla, solo per citare alcuni nomi portati nella Città delle Ceramiche dal “Fame Festival”.

E se a Grottaglie suscito a suo tempo accese discussioni la realizzazione prima e la cancellazione poi del variopinto gallo che incombeva sul Quartiere delle ceramiche, a Bologna le polemiche sono state accese dalla scelta di Blu di cancellare tutte le sue opere presenti nella città felsinea, in segno di protesta contro la scelta di rimuovere murales e graffiti dal contesto urbano dove erano state realizzate.

Di certo la “Street art” non trova ancora unanimi consensi, specie quando ai più pare più essere un comodo alibi per dedicarsi a quelli che appaiono vandalici imbrattamenti (la visione del video “L’estetica del vandalismo” e le reazioni degli spettatori sono significative in tal senso); altrettanto certo è che dopo cinquanta anni dalla sua nascita questa forma d’arte non può più essere considerata un mero “fenomeno” e merita una critica, uno studio ed una catalogazione adeguata.

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