«Ed è così arrivata la stroncatura del Piano di Riordino, bocciato nella sua struttura, nella sua definizione, nelle scelte operate. Chi lo ha preparato e presentato non ha tenuto conto dei parametri governativi chiari, trasparenti, definiti. » E’ il commento secco che apre la nota del “Comitato in difesa dell’Ospedale San Marco” di Grottaglie.
«Mancano – spiega la nota – i due connotati essenziali: 1) la copertura di una rete urgenza /emergenza, 2) la copertura dei costi sugli Ospedali che non deve superare il 10% di disavanzo e il San Marco di Grottaglie è l’unico che risponde a questi requisiti. La legge di stabilità è il parametro di riferimento primario e solo oggi, come sottolineato da quotidianosanità.it, Emiliano si accorge di questo e nella sua intervista ci fa dono di un esempio eclatante: ci informa che laddove vi siano due sale parto, in una situazione di carenza, una va chiusa. Ma come mai alla fine al Direttore Generale Rossi fa fare tutto il contrario (chiude Grottaglie ed apre Manduria)?
Mobilita il personale (+ costi), apre una nuova struttura (+costi) e ci racconta poi che il disavanzo è dovuto ai nuovi farmaci oncologici, seguendo la logica perversa: no alle cure, sì alle nuove strutture!
Rimane eclatante un dato – conclude la nota del “Comitato in difesa dell’Ospedale San Marco” di Grottaglie: la Regione Puglia in questi mesi ha il tasso di mortalità italiano più elevato e per la prima volta assistiamo dopo decenni ad una diminuzione dell’età di vita.
Sta venendo meno il concetto di salute come bene sociale. Qualcuno si è chiesto il perché? Stiamo pagando un prezzo troppo alto all’inconsistenza programmatica!»