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Non esiste differenza tra soldato e civile: la differenza è tra persone per bene e non. Per questo occorre mostrare agli italiani il vero volto del soldato”. E’ partito da questo concetto la conferenza tenuta dal presidente della sezione tarantina dell’Anua (Assoc. Naz. Ufficiali Aeronautica), nonché consigliere nazionale, prof. Aldo Marturano in due distinti incontri: Alla Svtam, Scuola Volontari Truppa Aeronautica Militare di Taranto, e ai Fucilieri dell’Aria del 16° Stormo di Martina Franca.

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Il relatore, che era accompagnato e coadiuvato dal segretario dell’Anua gen. Mimmo Rossini, e dall’ addetto stampa, nel primo caso è stato presentato dal comandante della Scuola, col. Francesco Turrisi; e a Martina dal comandante del 16°, col. Giorgio Piccirillo. Nell’esposizione fatta per i Fucilieri dell’Aria, il presidente è stato coadiuvato al computer dal magg. Umberto Perrotta. In primo luogo, il prof. Marturano ha voluto presentare ai giovani militari l’Anua e i suoi compiti di affiancamento e collaborazione con la Forza Armata. Quindi, ha preso le mosse dalla Costituzione per spiegare le differenze tra civili e militari e i diritti e i doveri di questi ultimi. Diritti e doveri che scaturiscono dallo status di “professionisti”, cioè di coloro che “professano”, che sono fedeli a certi valori, a degli statuti e regolamenti che ne disciplinano l’attività.

«La Costituzione – ha affermato il prof. Marturano – nostra Carta fondamentale, definisce diritti e doveri tanto dei lavoratori autonomi, quanto dei dipendenti privati, che dei dipendenti statali: quest’ultimi accedono attraverso titolo di studio, concorso e giuramento». Di qui, ai diritti e ai doveri del pubblico dipendente (militari compresi, ovviamente) che rientrano in un codice deontologico, ovvero nella correttezza tanto dei fini quanto dei mezzi. «Si parte dal principio base, che è anche del Codice Civile – ha proseguito il relatore – dell’applicazione del principio della “diligenza del buon padre di famiglia”, con tutta la conseguente responsabilità sia civile che penale. Già il semplice aviere è responsabile dei beni che gli sono affidati, a partire dall’equipaggiamento; per arrivare alle responsabilità dell’ufficiale che ha la titolarità di un ufficio pubblico e svolge una funzione di comando».

Tra i doveri, la fedeltà, la diligenza, l’imparzialità, la condotta irreprensibile (anche nella vita privata), l’obbedienza, il serbare il segreto d’ufficio. Da qui deriva una serie di responsabilità anche penali, e per questo il relatore ha spiegato le differenza tra dolo e colpa: quest’ultima nelle sfaccettature di leggera e grave, specifica o generica. Il cuore dell’incontro si è svolto sul tema delle attività dei militari in teatri di operazione all’estero, e a tal proposito – partendo dalle regole d’ingaggio – il relatore ha spiegato i vari punti salienti: dalla distinzione tra ostilità, rabbia e aggressività della popolazione, all’adozione di comportamenti adeguati e proporzionati, sino alla legittima difesa che dev’essere sempre non eccedente il rischio. Un militare è tale perché addestrato, se così si può dire, a una violenza ragionata.

Immancabile, a questo punto, un riferimento al caso dei due marò ingiustamente detenuti dalle autorità indiane che da anni agiscono in contrasto col diritto internazionale. Il prof. Marturano ha illustrato leggi e convenzioni internazionali per giungere alla conclusione che – al di là dell’apparente estraneità ai fatti dei nostri militari – l’India non aveva e non ha alcun diritto a trattenere i nostri marò e che ora si spera di avere ragione con il richiesto arbitrato.

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