Il fermento mediatico scoppiato a seguito delle voci apparse sulla stampa sulla chiusura dell’ospedale di Grottaglie sta registrando diversi interventi dei soggetti politici impegnati nella comunità. A tal proposito è giunta in redazione un documento a firma del movimento “Libera…Mente”, di cui l’ex Sindaco Raffaele Bagnardi è uno dei promotori.
Una nota stampa in cui viene allegato l’atto formale e ufficiale “controsegnato” dal Presidente del Consiglio del Regno d’Italia, Agostino Depretis. Una comunicazione che serve da sprono e che pone la vicenda su “una questione di orgoglio civico“.
“Il 19 settembre 1884, Umberto I, Re d’Italia, veduta la Deliberazione 23 agosto 1884 della Deputazione provinciale di Lecce, approvava gli Statuti organici della Congregazione di Carità di Grottaglie e delle Opere Pie dipendenti: Ospedale San Marco e Legato Mele. L’atto, formale e ufficiale, è altresì “controsegnato” dal Presidente del Consiglio del Regno d’Italia, Agostino Depretis. Il Pio Ospedale San Marco era stato fondato dall’Arciprete Don Leonardo Cecere, con testamento del 12 marzo 1464, per “dare ricovero e cura agli infermi di malattie acute di ambo i sessi”. Mentre, il Pio Legato Mele, fondato da Don Vincenzo Mele, con testamento del 1° febbraio 1801, aveva “per iscopo di erogare i maritaggi a pro delle zitelle povere del Comune” e di “provvedere all’esercizio triennale delle Missioni nella Chiesa Matrice del Comune”. Tanto è nella storia di noi grottagliesi.
Ed è pure nel nostro orgoglio di comunità antica e civile, per valore e sentimento. Perché ci sono cose nella cultura dei piccoli luoghi che significano più di quanto appaiano o più di quanto si immagini. Quelle stesse cose meritano la memoria di sempre nel ricordo di tutti e meritano pure il rispetto, da parte di chi nel tempo governa e amministra l’attuale, anche al di là di certe contingenze materiali o strumentali, per quanto difficili esse siano.
L’Ospedale San Marco di Grottaglie non è solo una moderna struttura tecnologica e tecnica, forse è perfino un longevo monumento della morale e della bontà degli uomini di questa Città.” Conclude la nota,