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Zerocalcare è oramai un successo, piaccia o meno a Michele Rech, il trentenne franco romano che anni fa scelse questo nickname ispirandosi allo spot pubblicitario di un prodotto di pulizia.

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E’ da qualche settimana il libreria “L’elenco telefonico degli accolli”, sesto libro a fumetti che raccoglie alcune delle storie pubblicate sul suo blog dal 4 marzo 2013 al 7 aprile 2015, “collegate” tra loro da una metastoria il cui racconta la sua paura più grande. Come nel caso di alcune sue opere precedenti, il fatto che gran parte del materiale pubblicato sia stato già pubblicato e sia tuttora disponibile nel suo blog, non solo non diminuisce l’interesse per il libro ma – piuttosto – lo aumenta, e non solo perché è così possibile conservare su carta e rileggere vere e proprie perle dell’umorismo come “Il demone della reperibilità”, “Quando muore uno famoso”, “I litigi su internet” o “Il bagaglio a mano”, solo per citare fior da fiore.

Ad accompagnare Zerocalcare nelle duecento pagine in cui si dipanano le sue avventure quotidiane sono i compagni di sempre: Secco e Cinghiale ma soprattutto l’Armadillo che ne incarna la coscienza e che rappresenta una sorta di angelo custode laico che – per dirla alla De Andrè – da cattivi consigli mentre da un ancor peggiore esempio. Questa compagnia teatrale sembra portare in scena una commedia umana che sarebbe ben contenta di non dover rappresentare ed al cui copione sembra adattarsi senza essere mai convinta fino in fondo; con i suoi “disegnetti” (così li chiama) Zerocalcare racconta non solo le ansie, i problemi e le avventure dei ragazzi della sua generazione, ma descrive anche un panorama più ampio, tanto generazionale (esemplare in questo senso il personaggio della madre dell’Autore, ironicamente rappresentata con le fattezze della Lady Cocca del “Robin Hood” di Walt Disney) che geografico (i suoi racconti a fumetti della guerra curda all’ISIS apparsi su “Internazionale” sono più esplicativi di un trattato di geopolitica e più laceranti di un qualsiasi reportage “embedded”).

Pubblicato dopo il secondo posto conquistato al “Premio Strega Giovani” (che in uno dei racconti viene definito “Premio Brega” e dedicato al noto caratterista romano, protagonista di molti sketch cinematografici con Carlo Verdone) “L’elenco telefonico degli accolli” conferma la vena ironica e dolce-amara di Zerocalcare, che riesce a far ridere fornendo al contempo interessanti ed efficaci spunti di riflessione, a partire dalla frase riportata in quarta di copertina: “Il mio incubo peggiore è che qualcuno si debba vergognare di avermi voluto bene” ed è senz’altro un libro che va ben oltre il fumetto “leggi e getta” – come ancora troppo spesso si crede in Italia – imponendosi invece come un opera matura e coinvolgente, capace di toccare con efficacia i tanti registri del racconto.

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