La morte di una persona è sempre una tragedia, ancor più grave ed incomprensibile quando la vittima e giovane e – soprattutto – quando c’è il sospetto che quella morte si potesse evitare.
I familiari di una cinquantenne di Villa Castelli non si rassegnano alla scomparsa della loro congiunta ed hanno deciso di sporgere denuncia presso la Procura della Repubblica di Brindisi, chiedendo ai magistrati di accertare se è stato fatto tutto il possibile per salvare la vita della donna. A lasciare perplessi è infatti la cronaca degli eventi: da quanto si sa la donna giovedì scorso ha accusato dei malori ed è stata accompagnata presso il Pronto soccorso dell’ospedale di Martina Franca, da dove è stata dimessa dopo qualche ora. Ennesimo ricovero sabato, quando la donna ha accusato un nuovo malore, ma anche stavolta la cinquantenne è stata dimessa dopo poche ore. Ultimo, fatale malore nella notte tra domenica e lunedì, quando la donna è stata accompagnata all’ospedale “Perrino” di Brindisi, dove è spirata nel reparto di Rianimazione. “Non possiamo accettare passivamente che una vita si possa perdere in questo modo – scrivono in una lettera aperta i familiari della donna. Non possiamo neanche concepire come possibile che rivolgendosi per due volte ad un pronto soccorso chiedendo AIUTO, si venga dimessi con un generico: “sta bene, ci vediamo lunedì”.Quel lunedì era una meta troppo lontana.
Non riusciamo a capacitarci, e forse mai lo faremo, di come una vita possa venire a mancare all’affetto della sua famiglia e dei suoi cari in questo modo assurdo.
Se per due volte una persona viene a chiedere aiuto e tra la prima e seconda richiesta il quadro è cambiato ed evoluto in peggio e la seconda volta si viene congedati dopo pochissimi minuti (non ore come erroneamente riportato da alcune testate), senza nessuna visita, ne’ controllo e questa mancanza risulta fatale, qualcosa non va, non funziona.
Abbiamo deciso di non accettare il tutto come fatale e ineluttabile – prosegue la lettera dei familiari della vittima. Pur con sacrificio, abbiamo deciso di presentare un esposto denuncia che accerti le cause della perdita, per noi assurdamente evitabile, della vita di Antonella.
Non abbiamo nessun intento di vendetta, quanto il desiderio di contribuire a che una situazione del genere non si verifichi mai più per nessuno.
Non si può, nella professione medica, commettere un errore cosi enorme di valutazione.
Chiunque ha visto Antonella in quei giorni, era preoccupato e scosso per le sue condizioni eppure per due volte nessun medico ha capito che era in atto un problema grave, gravissimo, cosi grave che a distanza di 24 ore dalla seconda dimissione dal pronto soccorso le sue condizioni sono precipitate in modo purtroppo irreversibile. Quando abbiamo chiamato il 118, che è giunto in tempi brevi, forse era già troppo tardi per rimediare.
Lo stabiliranno le indagini e la magistratura cosa è successo, di chi sono le eventuali responsabilità, a noi interessa la verità e che la giustizia possa contribuire ad evitare altre tragedie simili. »