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«La controffensiva al drammatico fenomeno del caporalato, allo sfruttamento dei lavoratori agricoli, al lavoro irregolare in Agricoltura, discussa nel vertice tra il Ministro delle politiche agricole Martina, il Ministro del Lavoro Poletti, sindacati ed imprese, ha riscontrato le fortissime sollecitazioni pervenute al Governo da parte della Fai Cisl e costituisce una grande opportunità perché ne sia rilanciata l’azione comune con maggiore concretezza nel Paese e nel Mezzogiorno per quanto ci riguarda, anche grazie all’introduzione di una specifica fattispecie di reato.» A dichiararlo è Antonio Castellucci, Segretario Generale FAI CISL.

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«Primo obiettivo condiviso – afferma Castelluci – sarà, adesso, quello di attribuire responsabilità penali non solo ai caporali in senso stretto ma anche a quanti si avvalgono della loro mediazione, prevedendo la confisca dei loro beni con destinazione ad attività sociali di legalità. Quanto alla questione ulteriormente ineludibile dei controlli sul territorio, rimane strategico che venga superata la prassi dell’emergenza infinita per non agire solo a valle della commissione dei reati, strutturando pertanto presidi nel corso dell’intero anno e non già limitatamente ai mesi della raccolta dei prodotti sulla pianta.
Avremmo preferito davvero che questo 2015 tali piaghe sociali – caporalato, lavoro nero, irregolare e sommerso cioè al di fuori d’ogni regola contrattuale e legale – non deflagrassero nell’evidenza della cronaca per la serie di decessi avvenuti nelle nostre campagne pugliesi, quanto per l’ostinazione e l’intransigenza con cui, da sempre, il sindacato confederale ne rilancia periodicamente i temi evidenziando e denunciando le negative implicanze sociali. E’ giunto, dunque, il tempo che il Governo cambi strategia, nella consapevolezza che gli interventi repressivi da soli non bastano se non sono accompagnati da iniziative dirette che agiscano a monte di questa piaga complessa e molto differenziata che si traduce nella prevaricazione sui lavoratori, nella truffa a loro danno, a danno del sistema previdenziale e della fiscalità generale.
All’attività repressiva andranno assommate politiche che favoriscano un aumento della qualità del lavoro e dei servizi rivolti ai lavoratori agricoli, riqualificando il lavoro e implementando certificazioni etiche come la Rete del lavoro agricolo di qualità. Ulteriori strategie condivise e ben coordinate siano anche quelle di riconoscere alle forze sociali un ruolo nei processi di controllo e sviluppo mediante la funzionalità degli Enti bilaterali, la contrattazione nazionale e decentrata territoriale e in direzione del mercato del lavoro e delle dinamiche contrattuali.
Per tutte queste ragioni la Fai Cisl ha anche chiesto al Governo di porre in essere una strategia organica e partecipata, avvalendosi della cabina di regia istituita presso l’Inps per orientare in modo collegiale l’attività ispettiva e di vigilanza nei confronti delle imprese non iscritte alla Rete e rafforzando le attività di controllo ordinario di Inps, Inail, Uffici Lavoro, Forze dell’Ordine. Inoltre ha sollecitato la messa in campo di ulteriori misure premiali per le aziende che rispettano la legislazione sul lavoro e di più aspre sanzioni per chi invece non è in regola, incentivando con forme di decontribuzione e fiscalità di sviluppo quelle esperienze capaci di generare processi innovativi e con essi impresa e lavoro di qualità. Altresì che venga accelerato l’iter delle norme di semplificazione e tutela del lavoro oggi presenti sui tavoli parlamentari, a cominciare dal Collegato Agricoltura e che venga aperto uno stabile tavolo interministeriale sull’intera materia con la partecipazione delle parti sociali agricole.

Per il livello territoriale – evidenzia il Segretario Generale Antonio Castellucci – la Fai Cisl ha sollecitato un maggiore coinvolgimento del patrimonio costituito dalla rete di strutture e competenze sindacali, presidio indispensabile per l’assistenza ai lavoratori, la vigilanza mediante la bilateralità e affidando agli enti territoriali la creazione di una banca dati che raccolga e gestisca l’esercizio del diritto di precedenza con la relativa domanda-offerta del lavoro, nonché pensare concretamente alla possibilità di organizzare il trasporto pubblico locale per permettere al lavoratore di raggiungere il posto di lavoro.

Governo, sindacati, sistema delle imprese in Agricoltura possono e devono vincere questa sfida di civiltà e di progresso che coinvolge tutti; e ognuno di essi deve assumersi una parte di responsabilità. Come Fai Cisl, da sempre, siamo pronti a fare la nostra parte

 

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