«Morire di lavoro nei campi con contratti atipici e sottopagati. Questa è l’inaccettabile conseguenza che lavoratrici e lavoratori italiani e migranti, sono costretti a rischiare per portare un pezzo di pane a casa. Sembra di stare a leggere un giornale di 70 anni fa e invece siamo di fronte alla triste realtà di quello che accade oggi nelle campagne.» E’ quanto afferma Maurizio Baccaro, per il coordinamento provinciale di SEL.
«Gli ultimi tre episodi che hanno riguardato braccianti in Puglia sono da approfondire – dichiara Baccaro – e meritano una discussione nazionale. Bene ha fatto il nostro Sen. Dario Stefàno a lanciare la proposta di una Commissione di inchiesta sul fenomeno del caporalato e su come sia possibile che i lavoratori vengano sfruttati anche legalmente consentendo formule contrattuali ai limiti della sopportazione umana. E’ stato già di per se sconcertante apprendere dopo la morte del 47enne sudanese Mohamed, che Paola Clemente, 43 anni, di San Giorgio Jonico era deceduta otto giorni prima (il 13 luglio) senza nessun clamore mediatico e quasi sotto silenzio. Adesso siamo di fronte ad una inchiesta della Procura di Trani che ha disposto la riesumazione e l’autopsia sulla salma evidentemente sepolta troppo frettolosamente; e ancora in queste ore la notizia di Arcangelo 42enne anche lui di San Giorgio in coma dopo un arresto cardiaco e anche lui come Paola mentre era al lavoro in un vigneto nelle campagne di Andria, assunto allo stesso modo tramite un’agenzia di lavoro interinale.
Occorre reagire con forza – puntualizza Baccaro, la Regione Puglia si è dotata di una Legge tra le migliori in Europa ma il sistema dei controlli per farne rispettare la piena applicazione da parte di tutti è carente. Da subito le Istituzioni e il Governo si devono adoperare per turare questa falla nel sistema dei controlli. Intanto invitiamo la Regione Puglia a costituirsi parte civile nell’eventuale Processo e il Comune di San Giorgio Jonico, colpito da grave lutto per la perdita di una sua cittadina e in ansia per le gravi condizioni di un altro lavoratore, a fare altrettanto per garantire la massima presa di posizione di tutte le Istituzioni a difesa delle lavoratrici e dei lavoratori contro qualsiasi forma di sfruttamento.
Il caporalato e l’utilizzo di escamotage legislativi per sfruttare e sottopagare “legalmente” i braccianti – conclude Baccaro – sono una piaga da estirpare senza fare sconti a nessuno ma con il pensiero fisso delle Istituzioni a quegli oltre 40.000 lavoratori e lavoratrici agricole che viaggiano per chilometri ogni giorno su e giù per la Puglia e fanno molte ore di duro lavoro.»