«Sulla storia dei tributi comunali occorre fare chiarezza e soprattutto deve essere detta la verità agli imprenditori ed ai cittadini tutti.» E’ quanto dichiarano in una nota congiunta il Segretario Provinciale Confartigianato Fabio Paolillo, il Segretario Provinciale Confesercenti Roberto Conte ed il Segretario Provinciale CNA Giuseppe Grandinetti.
«Su quanto visto in questi ultimi giorni – scrivono i tre segretari provinciali – ci colpisce innanzitutto la disperata e smaniosa corsa di qualcuno, sulla stampa e sui social network, ad accaparrarsi il ruolo di salvatore della patria per aver fatto pressing sull’Amministrazione Comunale per evitare l’aumento della TARI. Ci colpisce pure l’ingenua sorpresa di molti consiglieri ed amministratori comunali (maggioranza!!) che hanno dichiarato di non saperne nulla della vicenda sino al giorno prima del Consiglio comunale. Così come ci meraviglia molto aver saputo, nel corso del recente incontro con la Commissione Bilancio, che il 21 luglio scorso era stata depositata all’albo pretorio una delibera comunale contenente già tutti i dati sull’aumento dei tributi, altro che BOZZA!! Si chiama delibera ed i nostri amministratori non potevano non sapere. Non occorre affannarsi, state tranquilli, “VI CREDIAMO”.
La cosa che non sopportiamo – affermano Paolillo, Conte e Grandinetti – è che in tutto questo balletto di prime donne manca la sostanza. E cioè che noi, le imprese, i cittadini avevamo accettato, a malincuore, nel novembre 2013, di fare ulteriori sacrifici a fronte di un chiaro impegno del Sindaco e degli Amministratori a:
1- Rivedere il contratto di servizio Comune/Amiu del 2006 che avrebbe previsto sostanziali risparmi ed efficientamento dell’azienda AMIU;
2- A seguito di tutto ciò avremmo ottenuto notevoli risparmi dei costi generali con conseguente riduzione delle tariffe;
3- Nomina di un super manager esperto del settore che avrebbe rivoluzionato l’azienda per farne il fiore all’occhiello dell’Amministrazione comunale col Sindaco in testa.
Ora, come è andata a finire?
1- Nel 2015 l’AMIU risulta essere tecnicamente fallita. Questo non lo diciamo noi comuni mortali, ma lo dicono i numeri esposti nei report che ci sono stati illustrati in Commissione Bilancio, e che fino a pochi giorni fa erano pubblici sul sito web dell’AMIU per poi essere misteriosamente scomparsi.
2- A fronte dell’ennesima debacle annuale dell’AMIU, i tecnici comunali e AMIU stessa chiedono di prelevare dal BANCOMAT COMUNE DI TARANTO, socio unico dell’Amiu, oltre ai 43 milioni di euro come da contratto, altri 7 milioni extra rispetto all’anno passato, per un totale complessivo di 50 milioni.
3- 50 MILIONI di euro annuo per un servizio assolutamente inefficiente sia per le imprese che per i cittadini.
4- Che fine hanno fatto i risultati del super mega manager designato dal Sindaco?
ADESSO BASTA! RISPETTATE I PATTI.
La tariffa TARI va diminuita, come la TASI e l’ IMU. L’Amiu va commissariata e messa sul mercato.
Le imprese ed i cittadini – affermano i Segretari Provinciali di Confartigianato, Confesercenti e CNA – sono stufi di rimediare periodicamente ai buchi di bilancio ed all’inefficienza aziendale ed incontrollata da chi è deputato alla verifica del buon andamento di un azienda partecipata al 100% dal Comune, storicamente costosa e problematica.
Le imprese dell’artigianato e del commercio che noi rappresentiamo sono sempre state disponibili a collaborare per migliorare il servizio rifiuti della città di Taranto e per far si che Taranto risalga nelle classifiche dei comuni RICICLONI, ma non sono più disponibili ad essere prese in giro ed a continuare a pagare costi ingiustificati per un servizio scarso e per una città sporca e puzzolente.
Altro che gioire per il mancato aumento!!!»