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«La drammatica fotografia del Mezzogiorno che il rapporto Svimez ci offre oggi è uno schiaffo in faccia, l’ennesimo, che il Sud subisce, nonostante gli sforzi e l’impegno di aver dovuto remare il doppio e il triplo contro la crisi e le difficoltà, non avendo mai potuto contare sull’appoggio concreto dei governi nazionali.» È il commento amaro del senatore Dario Stefàno, presidente della Giunta delle Elezioni di Palazzo Madama, ai dati Svimez diffusi ieri.

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«E nessuno – prosegue il senatore salentino – ci venga a fare lezioncine di economia: aspettiamo il governo alla prova dei fatti. Già, perché sono decenni che sentiamo affermare che l’Italia può ripartire solo se riparte il Sud, ma sinora non c’è stata e purtroppo continua a non esserci la disponibilità dei governi nazionali a rimettere al centro dell’agenda politica il Mezzogiorno, con le sue criticità ma anche le sue straordinarie potenzialità. D’altronde non è difficile ricordare le parole degli ultimi Presidenti del Consiglio, nei discorsi di insediamento o a Bari in Fiera del Levante e le tante promesse d’impegno per il Sud puntualmente disattese nell’azione di governo, con la scelta di destinare sempre più fondi e risorse per infrastrutturare il nord.

Non ci consola leggere che l’Italia nel suo complesso, in tredici anni, dal 2000 al 2013, è stato il Paese che è cresciuto meno dell’area Euro a 18, addirittura meno della Grecia. Semmai è una conferma ulteriore di quanto sia ormai improcrastinabile puntare su politiche di rilancio del Paese focalizzate (anche) sul Mezzogiorno. E su misure anticicliche ed espansive per uscire da una situazione generata anche e soprattutto dal rigore di spesa e da un’Europa che ci ha messo il cappio al collo.

Il Mezzogiorno – conclude Stefàno – anche se virtuoso e capace, come hanno dimostrato di essere Regioni come la Puglia in questi duri anni di lavoro controcorrente, fra crisi e Patto di stabilità, in tema di welfare, di sanità, di lavoro, di innovazione, è destinato a non farcela. Il governo nazionale rimetta realmente il Sud tra le priorità della sua agenda. Siamo ormai a tempo scaduto».

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