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«Sull’Ilva assistiamo all’accanimento terapeutico di un governo e di una classe dirigente politica e industriale che, pur di non ammettere i propri tragici fallimenti e il coacervo di intrecci fatti di corruzione e malaffare, stanno infangando la magistratura e mettendo a rischio la vita degli operai e dei tarantini.» Lo dichiara l’eurodeputata del Movimento 5 Stelle Rosa D’Amato in merito alla riapertura dell’Altoforno 2 dello stabilimento dell’Ilva di Taranto. Chiuso dalla magistratura a seguito della morte di un operaio, l’altoforno sarà riaperto grazie alle norme speciali introdotte dal dl Fallimenti approvato ieri al Parlamento.

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«L’Ilva – prosegue Rosa D’Amato – è un mostro senza futuro che va chiuso. Buona parte di coloro che l’hanno tenuta in vita in questi anni si trova adesso alla sbarra: le loro responsabilità penali le accerterà la magistratura. Le loro responsabilità politiche e morali, invece, sono già sotto gli occhi di tutti e portano i nomi delle vittime dell’Ilva. L’Ilva ha, tra i tanti, due grandi problemi. Un problema di sicurezza sul lavoro e un gravissimo problema ambientale. Si tratta di questioni irrisolte, come purtroppo ha dimostrato il recente incidente in cui è morto un giovane operaio. Questioni che non si risolvono certo, come fa Renzi, a colpi di decreti utili solo a dare impunità ai responsabili e a derogare ai basilari diritti di sicurezza dei lavoratori.

Taranto e il suo territorio – conclude l’europarlamentare pentastellata –  hanno tutto il potenziale per liberarsi dalla stretta omicida dell’acciaio e avviarsi sul cammino di una crescita sostenibile e di un’occupazione sana

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FonteComunicato