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«Ormai è tempo di aprire il Tavolo politico per le prossime Elezioni comunali a Grottaglie.» Lo ricordano i movimenti “Libera…Mente” e “Utòpia” in una nota congiunta.

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«A sedersi – prosegue la nota – saranno senz’altro i convitati storici, ma speriamo che anche talune presenze nuove possano trovare posto e avere facoltà di parola e giudizio. I rumor anonimi, che al momento con insistenza circolano, dicono di una questione pregiudiziale, urgente e scontata, da affrontare subito a quel Tavolo: chi sarà il prossimo candidato Sindaco? E, in particolare, tenuto conto che sta per concludersi il primo mandato dell’attuale Consiliatura, quale sarà la sorte del Sindaco uscente? Certo le possibili e diverse risposte a queste semplici domande determineranno i variegati e verosimili scenari della imminente campagna elettorale, vieppiù orientando le volontà, le posizioni e le scelte di ciascun attore sceso in campo. Così, detto a bassa voce, sembrerebbe che la probabile sorte dell’attuale Sindaco sia legata a tre ipotesi da obsoleto manuale delle procedure: la conferma politica; la rinuncia personale; la rilegittimazione popolare. In tali eventualità è ovvio che ci debbano essere anche un chi, un come e un quando. Nel caso di conferma politica del Sindaco uscente, il chi non potrebbe che essere la maggioranza che oggi lo sostiene in Consiglio comunale; il come dovrebbe consistere in una forte e ardita azione propagandistica a sostegno, a spiegazione e a giustificazione dell’operato proprio, nel trascorso quinquennio; il “quando” potrebbe cominciare a ridosso dei tempi di composizione e presentazione delle liste, forse appena un mese prima dei comizi (tattica del last minute).

Nel caso di rinuncia personale – sottolineano i movimenti “Libera…Mente” e “Utòpia” , il chi sarebbe lo stesso Sindaco, che compirebbe il nobile gesto; con il come spiegherebbe le sue motivazioni in tono generico e formale, magari usando pure diplomatiche argomentazioni; il quando potrebbe collocarsi all’inizio degli ultimi cento giorni dell’attuale mandato. Infine, nel caso di rilegittimazione popolare attraverso l’indizione delle primarie, il percorso diventerebbe più complesso e sensibile. Il chi rimarrebbe la medesima maggioranza consiliare, che però dovrebbe decidere se fare le primarie di partito o di coalizione e decidere pure quale rosa di nomi sottoporre al giudizio pubblico, non sottovalutando, ad avvenuta consultazione, i probabili esiti a sorpresa o anche gli sviluppi non graditi a tutti. Altresì, potrebbe essere problematico trovare i vari personaggi interessati e disponibili a subire un simile trattamento, sempre che il Sindaco uscente accetti questa rischiosa formula di rilancio e ricandidatura. Il come si configurerebbe secondo un consueto e consumato copione: grande richiamo al voto e alla partecipazione universale e, comunque, una precettazione cautelativa delle truppe fidate. Il quando avrebbe una programmazione molto stretta e scandita. Di tradizione, a Grottaglie, i giochi si fanno dopo San Ciro (31 gennaio dell’anno) o, con comodo, anche più in là. Questa opzione invece imporrebbe la celebrazione effettiva delle primarie non oltre febbraio/marzo del 2016, per avere poi respiro e margine tanto negli aggiustamenti, dovuti ad accidentali danni procurati, quanto nelle operazioni e negli adempimenti successivi e conseguenziali. Se tutto ciò non fosse banale e ipotetico, purtroppo sarebbe drammatico e reale.

Allora, per giungere a una prima conclusione. Al civismo, in parte qui espresso dai Movimenti “Libera…Mente” e “Utòpia”, interessa discutere a un Tavolo politico evoluto, cioè libero dagli schemi procedurali, strumentali e consunti, perfino dettati dai codici della vecchia partitica. Perché al nostro civismo non appassionano le strade secondarie e traverse né tanto meno gli intrighi poco chiari. Pertanto noi chiediamo un confronto che parta da due chiare e precise condizioni di base. La prima. Il dibattito sulla politica istituzionale cittadina deve avvenire finalmente coinvolgendo un’ampia e rappresentativa base democratica della comunità (per esempio anche i comitati di zona o di quartiere), con lo scopo di riportare gli elettori al voto e non consegnarli o peggio costringerli ancora all’astensionismo. La seconda. La costituzione di un Tavolo delle decisioni e delle regole politiche deve ricominciare da zero.

Zero personaggi e zero privilegi. Senza esitare a “staccare la spina” alle combriccole e agli uomini che poco hanno brillato. Ogni cosa deve essere ricostruita con la volontà di cambiare, a rischio di imparare e per ottenere il meglio dal futuro

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