«Lo stabilimento Ilva di Taranto è vicino al blocco. Il sequestro dell’altoforno, in cui è avvenuto l’ultimo di una serie di incidenti mortali a danno dei lavoratori, potrebbe dare il colpo di grazia a un mostro che ha solo prodotto morte e inquinamento.» Lo afferma in una nota l’eurodeputata del Movimento 5 Stelle, Rosa D’Amato
«Il governo Renzi – prosegue D’Amato – ne prenda atto e fermi l’inutile e dispendioso piano ‘salva Ilva’. La cappa di impunità concessa da Renzi è servita solo a mettere a rischio la vita di operai e il futuro della città. Se il governo ha davvero intenzione di destinare risorse per il bene di Taranto, chiuda lo stabilimento è avvii un piano di riconversione industriale serio, incentrato sullo sviluppo sostenibile e sulle potenzialità del territorio. Il report Martin sul piano acciao in discussione in commissione ITRE al Parlamento Ue deficita di una parte importante, quella relativa al rispetto delle direttive europee e dei trattati sulle emissioni inquinanti che gli impianti siderurgici devono rispettare pessidequamente essendo ad alto impatto su salute e sulle altre economie.
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p style=”text-align: justify;”>Tale rispetto – ricorda l’europarlamentare tarantina – include anche scelte drastiche, ma necessarie di dismissioni degli impianti vetusti ed insostenibili sia economicamente che ambientalmente.
Se davvero lEuropa vuole cambiare modello di sviluppo e non mirare sempre e solo alla crescita esponenziale dei consumi, delle merci, dei consumi energetici ma anche di consumi delle risorse naturali bisogna puntare su un modello di produzione energetica distribuita e non centralizzata e sempre da fonti rinnovabili, e quindi sempre più avvezza all'uso di materiali innovativi e basata sull
economia circolare e sulla sharing economy in modo intenso.
Usciamo dalla Seconda rivoluzione e abbracciamo con serietà e coraggio la Terza rivoluzione industriale», conclude D’Amato.