«Ci giungono voci circa il trasferimento di più sommergibili dalla base navale di Taranto presso altri lidi. Mi auguro che siano notizie prive di fondamento o giustificate da circostanze contingenti, perché se fossero confermate e si trattasse di un trasferimento definitivo sarebbe una pessima notizia per il territorio ionico». Lo dichiara il consigliere regionale di Forza Italia, Pietro Lospinuso.
«Dal 15 aprile, infatti – aggiunge Lospinuso – pare che due battelli, il Pelosi e il Primi, con un equipaggio di circa 70 unità l’uno, si stiano preparando per un trasferimento ad Augusta. Un altro, il Gazzano, di eguale capienza, sarebbe in partenza verso Cagliari. La base navale di Taranto è tra le più importanti e grandi in Italia, eppure è in atto una progressiva donazione di sangue che potrebbe portare alla desertificazione anche su questo fronte. Abbiamo già perso il Comando in Capo, trasferito a Napoli. Così come è stato ridimensionato già anche il Maricentro. Il tutto, senza nemmeno considerare il peso dei trasferimenti sulle vite dei componenti degli equipaggi: famiglie, figli, affetti, case. Si prendono oltre 200 persone e, nel silenzio generale, le si sposta in altre Regioni e in altre città. Mi domando cosa stiano facendo le istituzioni, dal governo nazionale a quello pugliese, per il nostro territorio: siamo pronti ad accogliere a braccia aperte i migranti e dar prova di grande solidarietà; siamo in prima linea quando si tratta di collaborare con altre istituzioni per il nostro futuro, senza campanilismi; siamo disponibili ad accogliere i rifiuti delle altre province pugliesi; ma nulla.
Siamo puntualmente abbandonati – afferma Lospinuso – e, quelle rare volte in cui si comprende che Taranto è una questione nazionale, dobbiamo fare altre battaglie per difenderci da chi sbaglia: dirimente è il caso del decreto Salva Taranto, che rischia di far esplodere una crisi sociale. Ebbene, mi auguro che non sia così, almeno per la base navale.
Diversamente –conclude Lospinuso– mi aspetto che la Giunta pugliese e il sindaco Stefano si sveglino, smettendola di lavarsene le mani della nostra provincia come ha fatto fino ad oggi, salvo quando si trattava di tagliarci le ali, privandoci di opportunità di sviluppo».