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«L’abbattimento dei capi di allevamento dell’azienda zootecnica di Giuseppe Chiarelli, in zona Orofino a Massafra, non rappresenta solo la fine di una impresa familiare ma la sconfitta di un’intera comunità e il fallimento totale degli organi tecnici e scientifici preposti alla sicurezza e alla informazione dei cittadini» Il consigliere regionale del Pd Michele Mazzarano, interviene così sull’abbattimento dei 64 capi di bestiame previsto nell’agro di Massafra, su richiesta dell’assessorato regionale alla Sanità e su conseguente ordinanza dell’Asl di Taranto.

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«Questa vicenda – ha detto Mazzarano – non ha arrecato solo un danno economico al territorio, colpendo fortemente comparti fondamentali come quello della zootecnica e dell’agricoltura. Questo ulteriore trauma rappresenta la punta dell’iceberg di una situazione ambientale che rende prioritario la messa in sicurezza della salute dei cittadini.

Lo scotto che la nostra terra sta pagando in termini di inquinamento, a causa della presenza di una eccessiva concentrazione di siti ad alto impatto ambientale, è ormai troppo elevato. È necessario avviare ogni tipo di intervento da parte delle autorità competenti, affinché non solo il problema venga arginato, ma per una maggiore efficacia dei mezzi di controllo e prevenzione.

Ad oggi – ha dichiarato il consigliere – le informazioni diffuse dalle istituzioni scientifiche preposte ad accertare e chiarire le cause dell’inquinamento, risultano essere equivoche o controverse. L’espressione della valutazione scientifica, nella pianificazione dei percorsi di rilevamento e monitoraggio, ha peccato di poca chiarezza e scarsa trasparenza».

Mazzarano fa riferimento principalmente alle dichiarazioni rese, e pertanto verbalizzate, dai rappresentanti di ARPA Puglia nelle audizioni delle congiunte commissioni Sanità e Ambiente della Regione, da lui richieste, che inizialmente identificavano come certa e specifica la fonte inquinante, mentre in un secondo momento, invece, addossavano al generale contesto di inquinamento la causa del bioaccumulo di diossine e PCB nel latte vaccino.

«La mancanza di chiarezza, si sa, lascia i cittadini in una giungla di informazioni che non permettono loro di sentirsi al sicuro, consentendo a chicchessia di intestarsi la presunta titolarità scientifica dei campionamenti e delle loro risultanze. Tali organismi vivono di soldi pubblici e devono agire nella massima trasparenza, con evidente riscontro pubblico del proprio operato. In casi come questi non basta accertare la necessità, ai fini della pubblica incolumità, di abbattere una mandria di bestiame.

In un clima di totale sconforto – ha concluso Mazzarano – l’auspicio è che questo ulteriore sacrificio stimoli a non abbassare la guardia e a fare chiarezza per rasserenare i cittadini».

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