«Taranto rischia un tracollo senza precedenti ed il decreto Salva Taranto potrebbe tradursi in una mannaia per le imprese dell’indotto Ilva». Lo dichiara il consigliere regionale di Forza Italia, Pietro Lospinuso.
«Le imprese – aggiunge Lospinuso – hanno continuato ad operare e maturare il credito verso l’Ilva quando la gestione era commissariale di nomina statale (da Bondi a Gnudi). Si sta mettendo a repentaglio l’intera economia locale: ben venga il riconoscimento della strategicità dei crediti delle imprese dell’indotto tarantino, come annunciato dal ministro durante l’incontro di ieri; ma se non si dice quando possono essere pagati, le imprese vanno incontro ad una crisi di liquidità che le costringerebbe al fallimento.
Ciò perché le imprese sono esposte con i loro fornitori e devono comunque pagare a fine mese i dipendenti. Si ha l’impressione che il governo pensi di finanziare il decreto Salva Taranto con i soldi delle imprese e non possiamo permetterlo.
Per questo, il governo nazionale deve assicurare la copertura finanziaria dei 250 milioni di euro vantati dalle imprese in sede di conversione del decreto, che non troverebbero certezze nella ‘newco’, onde evitare il fallimento delle stesse ed il licenziamento di oltre 3000 dipendenti.
In questo senso – prosegue Lospinuso – chiederò ai colleghi consiglieri di sottoscrivere un ordine del giorno con il quale si impegna la Giunta regionale ad intervenire presso il governo Renzi affinchè si passi dalle parole ai fatti e si prevedano misure concrete e specifiche nello stesso decreto, stanziando 250 milioni di euro.
Taranto non potrebbe sopportare un ulteriore colpo di grazia perché stavolta – conclude Lospinuso – sarebbe fatale.»