«Il 7 gennaio di tanti, tanti anni fa, Biancone fu catturato insieme al suo compagno di strada, un meticcio spinoncino fulvo di nome Raffo. Aveva dato fastidio a qualcuno che “contava”in via Parini, non aveva fatto nulla se non stazionare nella strada più “chic” della città, non era morsicatore ,né mai lo sarebbe stato.» Grazia Parisi, responsabile ANPA di Grottaglie, ricorda in una sua commossa nota Biancone, il più famoso cane di quartiere di Grottaglie.
«Alle 12 in punto – scrive ancora Grazia Parisi,dopo aver esplorato il luogo, seguito dallo sguardo di Raffo, saltò il muro di cinta da una montagnola di tufo, c’era anche allora un cantiere, e volò via verso la libertà.
Non l’ho mai dimenticato, ho ancora quella scena davanti agli occhi, sembrava mordere l’aria, cavallo alato come Pegaso, nel pieno vigore della sua giovinezza.
Alle 12,30 era già in via Parini , mentre un nutrito gruppo di ragazzi era sceso al canile a reclamarne la libertà.
Fu tanta la gioia di chi lo vide arrivare ,bianco come la neve, il manto spruzzato di fiocchi di tufo, e, da quel momento, Igor fu per tutti Biancone, il re dei cani di quartiere, il padrone della città.
Quante volte Biancone ha percorso di notte le strade di Grottaglie, fiutando gioie e dolori, accompagnando amori, annusando la vita di chi lo ha amato, ha seguito processioni, concerti, scioperi e funerali.
Spirito indipendente nato libero – ricorda Grazia Parisi, è stato un simbolo, un’istituzione quasi e chissà per quale misterioso motivo Biancone ha amato i grottagliesi e i grottagliesi hanno amato lui.
Conosciuto anche fuori Grottaglie, ha conciliato gli opposti perché Biancone lo ha amato anche chi non è mai stato animalista.
Non aveva branco, era il capobranco di tutti i cani che incontrava, circondato sempre da giovani.
Oggi, 7 gennaio, alle 12 in punto, Biancone, fra le braccia di Tiziana, ha saltato un altro muro ed è volato via, come tanti anni fa, sul ponte dell’arcobaleno, verso la libertà, quella senza confini.
Non so dirvi quali siano i meandri segreti e misteriosi per cui queste cose accadano – conclude Grazia Parisi – ed il senso di queste coincidenze, posso solo dirvi che questa è una favola vera.»