Qualche tempo fa, le vicissitudine di carattere sanitario-politico che hanno visto protagonista l’ ex Presidente del Consiglio Berlusconi hanno fatto salire alla ribalta una patologia abbastanza comune ed allo stesso tempo insidiosa: l’ orzaiolo. L’ orzaiolo non è altro che una infiammazione acuta delle ghiandole sebacee presenti alla base delle ciglia.
Questa patologia può interessare sia le ghiandole che si trovano sulla superficie esterna della palpebra (le ghiandole di Zeis) sia quelle presenti sulla superficie interna, cioè sulla congiuntiva (ghiandole di Meibonio). Si presenta come una formazione nodulare dolente e fastidiosa, spesso associata a fotofobia accompagnata da lacrimazione ed a sensazione di corpo estraneo nell’ occhio. Spesso può andare incontro a suppurazione con fuoriuscita di pus.
E’ consigliabile non spremere il nodulo e soprattutto non toccarlo con le mani per non creare una sovrainfezione batterica. Utile a questo scopo una pulitura continua con cotone e detergenti non aggressivi. In genere guarisce da solo, bisogna solo avere pazienza.
Nei casi ostinati sono da prendere in considerazione gli antibiotici ad uso oftalmico ed il cortisone che è un potente antiinfiammatorio. Vi sono poi una serie di rimedi naturali che prevedono impacchi con acqua calda al fine di provocare una dilatazione dei dotti indotta dal calore che facilità la fuoriuscita di materiale purulento. Stesso significato hanno anche gli impacchi di camomilla.
A Grottaglie l’ orzaiolo prende il nome di “rasciulu”. Il metodo maggiormente adoperato per risolverlo dalle nostre parti è quello che prevede l’ utilizzo dell’ olio d’oliva che viene cosparso sul nodulo interessato ogni 4-5 ore. Si utilizza una emulsione di olio ed acqua e si applica con un panno pulito. Chiaramente bisogna fare molta attenzione a non fare finire l’olio nell’ occhio.
Come in molte altre situazioni anche l’ orzaiolo veniva utilizzato per ammonire i ragazzini rei di aver guardato qualche immagine impudica che lo avrebbero poi inevitabilmente avuto. Il rimedio? Una sorta di infascinatura con ago e filo.
Ma il rimedio più famoso nella nostra cultura popolare, il vero e proprio gold standard terapeutico contro l’ orzaiolo era una sorta di urinoterapia. Bisognava cospargersi le palpebre con le proprie urine e l’ orzaiolo sarebbe dovuto sparire entro poche ore. Questa tecnica veniva ancor più utilizzata nei bambini piccoli che negli adulti. Il razionale di questa terapia starebbe nell’ azione esercitata dall’ acido urico sulla ghiandola sebacea infiammata.