«Il problema principale delle imprese del Sud Italia è dato dall’eccessiva frammentazione. C’è poco gioco di squadra per poter aggredire i mercati, soprattutto quelli esteri ed emergenti». E’ questo il monito che emerge a margine dell’edizione 2014 del Taranto Finanza Forum. Nell’arco della giornata promossa da BCC San Marzano di San Giuseppe in collaborazione con GAL Colline Joniche e Directa, e dedicata all’analisi dei mercati e alle strategie d’investimento, esperti e tecnici hanno tastato il polso alle criticità della nostra economia che, nonostante le molteplici potenzialità, subisce in maniera importante lo stallo di una fase di recessione sempre più acuta.
«Quanto emerso nel TFF – dice il Direttore Generale della BCC San Marzano di San Giuseppe, Emanuele di Palma – era nell’aria. Per affrontare investimenti e strategie di rilancio non serve solo coraggio, ma anche e soprattutto appropriate competenze. Il periodo di crisi, continua in maniera intensa, rinviando costantemente quei timidi segnali di ripresa che pure in alcuni settori, e a tratti, si sono avvertiti. L’Italia, i suoi investitori e i suoi imprenditori sono chiamati ad uno sforzo continuo per poter voltare pagina. E’ il momento di avere fiducia, ottimismo, ma soprattutto consapevolezza sulle strade da percorrere».
Per Antonio Prota, Presidente GAL Colline Joniche «Fondamentali sono gli obiettivi del GAL e della Green Road orientati alla sostenibilità e legati all’aggregazione per promuovere progetti di sistema e internazionalizzazione puntando su Expo 2015 con la quale abbiamo aperto una corsia di dialogo privilegiata con le nostre buone pratiche».
«Se vogliamo guardare a nuovi mercati – ha detto Michele Lenoci, esperto di internazionalizzazione ed export – dobbiamo prima di tutto essere in buona salute. Oggi, invece, molte aziende al collasso puntano all’estero come ultima spiaggia. Giocare la carta dell’internazionalizzazione, invece, richiede chiarezza di idee e capacità di investimenti per partire da zero in piazze che non stanno certo aspettando noi. Andare all’estero vuol dire partecipare alle Olimpiadi e non alla partita scapoli-ammogliati. Va da sé che è richiesta, inevitabilmente, competenza e capacità di avviare nuovi percorsi imprenditoriali. Meglio se giocando di squadra».
Per Luca Lazzaro, Presidente di Confagricoltura Taranto: «Siamo in un territorio in cui abbiamo la rappresentazione della fine di un modello, quello fordista, che dà 15mila posti di lavoro. Ma abbiamo un modello possibile alternativo, diverso, si chiama Green Road. L’agricoltura e l’agroalimentare sono protagoniste in questo e quale migliore occasione se non quella di partecipare ad Expo e raccontare le nostre esperienze e le nostre potenzialità. Confagricoltura Taranto ci ha creduto dal principio ed ora si fa carico di accompagnare le imprese, sempre più competitive, in questo processo»
«Se l’Expo dovesse scegliere nei territori un luogo simbolo delle sfide del domani dovrebbe puntare su Taranto e dovrebbe scegliere la Green Road, con il suo concetto di smart land destinata a creare valore aggiunto dal punto di vista produttivo con una integrazione tra due modelli di sviluppo, uno al tramonto, l’altro agli albori – ha detto l’assessore alle Risorse Agroalimentari della Regione Puglia, Fabrizio Nardoni. Ma sta a noi – ha aggiunto – il compito non certo semplice di fare sintesi attorno a tutto questo potenziale, passando dalle proposte che abbiamo messo in campo anche sul tema dell’uso responsabile delle energie o dell’acqua, passando per la diversificazione del reddito (pesca turismo, agriturismo, coltivazioni di bio-remediation come quella della canapa), sgomberando il campo però da rivoli di dispersione progettuale pericolosissimi e tornando ai concetti chiave e non alle contrapposizioni di parte.
La Regione Puglia – ha continuato Nardoni – sta facendo la sua parte costruendo una narrazione ed una espressione del territorio regionale come un cantiere aperto alla tradizione, ma anche alla modernità e alla creatività, così com’è chiamata ad essere la nostra esperienza rurale e quella marinara che nello spazio riservato alla Puglia nell’Esposizione Universale e fuori contiamo di spendere come patrimonio di una terra che più di altre soddisfa il bisogno europeo di buona alimentazione e buon sviluppo».