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«In seguito agli aggiornamenti relativi agli studi statistici effettuati dall’Istituto Superiore della Sanità, noi giovani tarantini invitiamo i nostri concittadini ma soprattutto le assenti Istituzioni nazionali, regionali e locali ad esprimersi su tale vicenda.» A chiederlo è l’associazione “Ammazza che Piazza” di Taranto, che in una nota scrive: «Nello specifico lo studio del ISS, mette in evidenza come nel territorio del cosiddetto SIN (comuni di Taranto e Statte) la percentuale di mortalità infantile è aumentata a dismisura rispetto alla media regionale.

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Per quanto riguarda la fascia d’età pediatrica (0-14 anni ), si osserva un eccesso di mortalità per tutte le cause, e di ospedalizzazione per le malattie respiratorie acute; inoltre, per tutti i tumori si osserva un eccesso di incidenza.

A seguito di questi dati così eclatanti, a due anni dal primo Studio Sentieri, chiediamo al Sindaco di Taranto Ippazio Stefàno e alla giunta comunale (rinchiusi nei meandri di Palazzo di Città), al Governatore della Regione Puglia Nichi Vendola (non pervenuto a Taranto da molto tempo), al Presidente del Consiglio Matteo Renzi e ai membri delle Camere (consapevoli di ciò che accade nella nostra Città ma inerti a discuterne nelle aule parlamentari), all’Ordine dei Medici (prestanti del giuramento di Ippocrate), come sia possibile non arrestare immediatamente questa Strage di Stato così evidente, continuando con indifferenza a provocare morte, disinteressandosi di tutelare la salute ed il territorio.

Come se non bastasse, – prosegue la nota dell’associazione “Ammazza che Piazza” – ai numerosi problemi ambientali irrisolti ed ad un processo in atto , in questi giorni incombe su Taranto l’ennesimo progetto di sfruttamento e distruzione, denominato Tempa Rossa.

Questa non è la città che vogliamo! siamo stanchi di essere considerati la pattumiera d’Italia.

In cinquant’anni, le vostre scelte e quelle dei vostri predecessori hanno cancellato millenni di storia, di cultura e di tradizioni ben radicate nel nostro territorio;

Siete stati capaci di trasmettere nella mentalità di ogni tarantino, che l’industria, al di là dei rischi che può provocare, rappresenta la sua unica prospettiva futura, escludendo totalmente alternative sane quali la pesca, il turismo, l’agricoltura, l’allevamento già vocazioni natie della città.

Concludiamo – scrive l’associazione “Ammazza che Piazza” – sottolineando che le nuove generazioni pretendono un radicale cambiamento volto a valorizzare tutte le risorse che questa terra offre, senza più sottostare a dinamiche che guardano solo al profitto e danneggiano la salute e l’economia

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