Il Presidente della Repubblica On. Prof. Sergio Mattarella sarà a Castellana Grotte nella mattinata di oggi martedì 23 gennaio 2018 in occasione dell’80esimo anniversario della scoperta delle grotte di Castellana.
Accanto a lui anche il figlio dello speleologo Franco Anelli che per primo portò alla luce questo straordinario patrimonio.
Il racconto della scoperta
Le Grotte di Castellana sono un complesso di cavità sotterranee di origine carsica di interesse speleologico e turistico, situato nel comune italiano di Castellana Grotte, in Puglia.
Annesso al complesso vi è un museo speleologico.
“Ero curioso di sapere cosa ci fosse nella profondità, cosa si nascondesse nella voragine, della Grave delle grotte di Castellana“. Inizia così una delle rare interviste concesse da Franco Anelli, qui al microfono del giornalista Rai, Gustavo Delgado.
Storia delle Grotte di Castellana
La storia della Grave inizia nel Cretaceo superiore (novanta-cento milioni di anni fa), quando la Puglia era sommersa da un antico mare, nel quale vivevano vaste colonie di molluschi e vegetali marini.
Per milioni di anni generazioni e generazioni di queste forme di vita si sono succedute le une alle altre e, morendo, i loro gusci svuotati e le loro carcasse si sono accumulati sul fondo del mare, formando un gigantesco deposito di fango e di sabbia, che con il suo lento ma continuo accrescimento si è via via compresso, fino a formare uno strato di calcare dello spessore di diversi chilometri.
A partire da sessantacinque milioni di anni fa, il progressivo innalzamento delle terre ha portato la regione al suo aspetto attuale e nella massa calcarea emersa, a causa della sua rigidità, si sono formate estese fratture, che l’hanno fortemente incisa. (da Wikipedia)
Il lavoro dell’acqua
L’acqua fluviale d’intense precipitazioni, percolando nel sottosuolo ha, poi, formato un’estesa falda acquifera sotterranea in grado di sciogliere gradualmente il calcare e di allargare le fratture.
Queste fratture hanno finito poi per unirsi le une alle altre per il crollo della roccia frapposta, formando così piccoli condotti, via via trasformatisi in ambienti sempre più ampi.
Nei luoghi in cui le fratture s’intersecano in gran numero (fenomeno qui più rilevante che in qualsiasi altro punto del sistema carsico castellanese) si sono verificati estesi e ripetuti crolli verso l’alto che hanno ridotto via via lo spessore di roccia che separava la cavità dall’esterno.
Tale processo è continuato finché lo strato residuo, ormai assottigliato, non è crollato, facendo giungere all’interno della grotta il primo raggio di luce.
La scoperta
A memoria d’uomo l’inghiottitoio d’accesso alla Grave è sempre esistito.
Un primo tentativo di esplorazione fu realizzato alla fine del XVIII secolo da alcuni giovani del luogo, che tuttavia si arrestarono pochi metri dopo il maestoso ingresso.
La scoperta dell’intero sistema di voragini e cavità che compongono il complesso risale al 23 gennaio 1938 ad opera dello speleologo Franco Anelli nell’ambito di una campagna di ricerche speleologiche condotte nelle Murge sudorientali su invito dell’ente provinciale per il turismo di Bari.
Descrizione delle Grotte di Castellana
Le grotte di Castellana, estese per circa 3 chilometri, si aprono a 330 m sopra il livello del mare a meno di 500 metri dall’abitato di Castellana.
L’intero territorio comunale è caratterizzato da rocce calcaree composte essenzialmente da carbonato di calcio, prevalentemente del tipo calcare di Altamura.
L’ingresso naturale alle grotte è un’enorme voragine profonda sessanta metri denominata la Grave.
Il percorso della visita
La visita al pubblico si snoda lungo uno scenario per circa 1 km.
L’itinerario più lungo, richiede due ore e si sviluppa per 3 km, tra caverne e voragini a cui sono stati dati nomi mitologici o fantastici.
Dalla Grave alla Grotta Nera o della Lupa Capitolina, dopo aver superato il Cavernone dei Monumenti, superato la Calza e successivamente la Caverna della Civetta, attraversato il Corridoio del Serpente, la Caverna del Precipizio ed il Piccolo Paradiso, si scorre per il lungo Corridoio del Deserto detto anche il Grand Canyon sotterraneo (di una colorazione rossiccia dovuta alla presenza in tale tratto di minerali ferrosi).
Si raggiunge poi la Caverna della Torre di Pisa, il limpido Laghetto di acqua di stillicidio, il Corridoio Rosso e la Caverna della Cupola.
Infine passando dal luccicante Laghetto di Cristalli, si giunge nella Grotta Bianca, cavità luminosa e splendente.
Sono presenti anche stalattiti eccentriche che sembrano violare la legge di gravità.