Questi giorni, in Cina ed in gran parte dell’Oriente saranno caratterizzati da festeggiamenti e celebrazioni per l’inizio del nuovo anno.
Infatti, anche se il calendario ufficiale è lo stesso di quello utilizzato in Occidente, le feste tradizionali continuano a seguire il vecchio (ma sempre attuale!) calendario basato sulle fasi della luna. Quindi, mentre per noi l’inizio di un nuovo anno è fissato al primo giorno di gennaio, in Cina il Capodanno è variabile (un po’ come per la Pasqua cristiana) e può situarsi tra il 21 Gennaio e il 20 Febbraio, poiché comincia in corrispondenza con la seconda luna nuova dopo il Solstizio d’Inverno. Quando si hanno 13 lune piene tra l’undicesimo mese di un anno e l’undicesimo mese dell’anno successivo (ovvero tra un solstizio d’inverno e il successivo), l’anno che segue sarà lungo 13 mesi. Poiché in tale anno c’è almeno un mese che non contiene nessun termine principale, il mese successivo a questo diventa il mese aggiuntivo, che porta lo stesso numero del mese precedente.
Nel calendario cinese gli anni sono contati seguendo un ciclo di 60 anni che si chiama Ganzhi e fino al 1911 venivano contati partendo dal momento dell’ascesa al trono di ogni imperatore. Questo ciclo viene composto assegnando ad ogni anno un nome composto da due parti: un ramo terrestre e un tronco celeste, in una relazione che unisce astronomia, filosofia e spiritualità. Dall’epoca della dinastia Shang, i Cinesi dividono il cielo in dodici sezioni seguendo l’orbita di Giove (che in cinese è chiamato Suixing, stella annuale) ed a ciascuna sezione associano un ramo terrestre. L’orbita di Giove dura 11,86 anni e fu arrotondata a 12 anni, in modo che ogni divisione corrisponde ad un anno. Il sistema fu in seguito esteso ai dodici mesi ed ogni sezione del ciclo di Giove venne ad identificare un mese. La stessa associazione fu fatta con le ore del giorno (ogni ramo terrestre rappresenta due ore), ma anche ai punti cardinali (dividendo un cerchio in archi di 30°). A questi dodici rami terrestri furono successivamente associati ai dodici animali dello zodiaco cinese, che sono Topo, Bue, Tigre, Coniglio, Dragone, Serpente, Cavallo, Capra, Scimmia, Gallo, Cane e Maiale.
Questi animali non furono scelti a caso, e riflettono tanto l’attenzione degli antichi cinesi per gli accadimenti della vita quotidiana, tanto la loro profonda capacità di analisi della natura. Nello zodiaco ci sono infatti animali domestici come Il bue, il cavallo, la capra, il gallo, il maiale e il cane che indicano la prosperità e la fortuna della famiglia che li possiede, ed animali selvatici o mitologici come il topo, la tigre, il coniglio, il drago e la scimmia che fanno parte della storia e delle leggende popolari. Anche l’ordine con cui questi animali sono elencati non è casuale, perché risponde al principio dello Yin/Yang e si basa anche sul numero dei loro artigli, zampe o zoccoli. Ogni animale ha quindi un significato simbolico che porta alla creazione di sei coppie complementari tra loro.
Ai 12 rami terrestri si aggiungono i 10 tronchi celesti, anche loro accoppiati in base al principio dello Yin/Yang e del Wu Xing (cinque elementi), rapportandoli quindi a Terra, Metallo, Acqua, Legno e Fuoco. Pur non essendoci certezza sulla loro origine, si ipotizza che i tronchi celesti siano collegati al mito che racconta che erano apparsi nel cielo 10 soli che con il loro forte calore bruciavano la terra, fino a quando l’arciere Yi ne abbatté nove, lasciando solo l’astro che oggi noi vediamo. Combinando i 12 rami terrestri alle cinque coppie di rami celesti si ottiene un totale di 60 anni, che è appunto il ciclo cronologico di misura del tempo dello Ganzhi.
Fatta questa lunga premessa, possiamo ora entrare nel dettaglio di questa festa che è sempre più conosciuta e celebrata anche in Occidente, grazie anche alla diffusione nel mondo di persone di etnia cinese ed alla maggiore conoscenza di questa cultura, unita all’indubbio fascino che possiede.
Il Capodanno cinese quest’anno cade martedì 5 febbraio 2019, ma – come accade anche per i nostri festeggiamenti di fine anno a dicembre, il clima di festa coinvolge ben più di un giorno e le celebrazioni cominciano con qualche giorno di anticipo e comprendono diverse date, ciascuna con un suo significato e rituali specifici. I giorni più importanti del periodo di festa del Capodanno cinese sono: la settimana che precede il capodanno vero e proprio, chiamata “piccolo anno”, che nel 2019 va da lunedì 28 gennaio a martedì 5 febbraio; la vigilia di capodanno – lunedì 4 febbraio, in cui le famiglie si riuniscono; il capodanno vero e proprio, quando ci si reca a fare visita ai parenti e ci si scambiano gli auguri di buon anno e la Festa delle Lanterne, che è l’ultimo giorno del periodo di festa e corrisponde al quindicesimo giorno del primo mese del calendario lunare cinese, ovvero martedì 19 febbraio.
L’importanza di questa festa è tale che milioni di persone, ogni anno, affrontano viaggi di migliaia di chilometri per riunirsi ai loro familiari e festeggiare insieme, con danze tradizionali, dolci e riti che affondano la loro origine nella notte dei tempi.
L’anno che comincia il 5 febbraio in Cina è indicato come l’anno del Maiale di Terra. Il Maiale è il dodicesimo segno dello zodiaco cinese, ha polarità Yi, Terra e Metallo come elementi compatibili, l’autunno come stagione ideale, lo Scorpione come segno equivalente nello zodiaco occidentale.
Come nella astrologia occidentale, quando si parla di segno zodiacale ed ascendente, anche in Oriente si ritiene che le caratteristiche dell’anno, come della persona che nasce in quel periodo, siano influenzate tanto dalle peculiarità del ramo terrestre che del tronco celeste corrispondente, e quindi, il nato nell’anno del Maiale – ovvero chi nascerà nel 2019 e nel prossimi 2031, ma anche chi è nato nel 1923, 1935, 1947, 1959, 1971, 1983, 1995 e 2007 – sarà affettuoso, protettivo, generoso, ospitale, lavoratore, gentile, forte, affidabile, modesto, paziente, onesto, intelligente, comunicativo, popolare tra gli amici, con un ottimo senso del tempo ma anche possessivo, timido, ingenuo, lento, materialista, infantile.
In genere le persone nate sotto il segno del Maiale sono diligenti, compassionevoli e generose. Sono dotate di grande concentrazione e determinazione. Raramente chiedono aiuto quando sono in difficoltà, ma sono sempre pronti a dare una mano agli altri. Le persone del Maiale non sono sospettose e spesso tendono a essere ingenue. Inoltre riescono a mantenere una relativa calma di fronte alle difficoltà ed hanno un grande senso di responsabilità che li porta a finire sempre quello che hanno iniziato.
Tornando adesso ai festeggiamenti per il capodanno, esaminiamo alcune tipiche usanze cinesi e le loro analogie e differenze con quelle occidentali. Il primo giorno del nuovo anno è dedicato all’accoglienza e al benvenuto delle divinità benigne del Cielo e della Terra. Ancor più importante, questo giorno è altresì dedicato alla visita di parenti e amici stretti, e soprattutto dei genitori e dei nonni. Una usanza che ritroviamo anche alle nostre latitudini, quando il periodo natalizio e quello del passaggio tra anno vecchio e anno nuovo è l’occasione per festeggiare insieme, spingendo tantissime persone – lontane da casa per motivi di studio o lavoro – ad affrontare lunghi viaggi per trascorrere qualche giorno con i propri cari.
Un’altra tradizione che certamente ci accomuna è quella dei fuochi d’artificio; ogni famiglia festeggia il nuovo anno con girandole, razzi, botti e scie luminose, che affascinano adulti e bambini, in una sfida giocosa con i vicini di casa. Anche in Cina però, specialmente nei centri urbani più grandi, questa usanza familiare viene scoraggiata dalle autorità per motivi di sicurezza, e tende ad essere sostituita dagli spettacoli pirotecnici pubblici organizzati dalle amministrazioni cittadine, un po’ come accade da noi in occasione delle feste patronali.
Un’altra similitudine tra le nostre usanze e quelle cinesi è legata al colore rosso; molti di noi – per scaramanzia – la notte di capodanno indossano un capo di abbigliamento scarlatto; in Cina, più pragmaticamente, tra amici e familiari ci si scambia delle buste rosse contenenti dei piccoli doni in denaro, tradizionalmente in forma di monete, anche se negli ultimi anni – per importi più elevati – si è passati ad usare banconote per motivi pratici. La tradizione vuole che in numero delle monete contenuto nelle buste debba essere pari, poiché i numeri dispari sono associati con il denaro che si dona in caso di funerali. Però ogni regola ha le sue eccezioni, e così, mentre l’otto è considerato invece di buon auspicio – anche per la sua importanza nella filosofia e cultura orientale – il quattro è considerato un numero sfortunato (credenza questa che ritroviamo anche in alcune credenze occidentali) perché l’ideogramma con cui lo si scrive ha una assonanza con il termine “morte”, tanto da essere sostituito con un sinonimo nei conteggi e negli elenchi. Essendo la Cina un paese tradizionalmente legato ai valori familiari, spesso le buste rosse vengono regalate dalle coppie sposate ai familiari o agli amici più giovani e scapoli per augurare loro un futuro prospero e sereno, comunicando con questo gesto la loro disponibilità ad assisterli nei progetti di vita che dovranno affrontare. Adottando una usanza occidentale, specialmente nei centri urbani più moderni quando il destinatario è un bambino le monete oggi sono sempre più frequentemente di cioccolato, così come accade da noi in occasione del dono delle calze per i festeggiamenti dell’Epifania.
Il rosso non caratterizza solo le buste con i regali, ma anzi è presente in decorazioni e arredamento delle case: fiocchi e nastri di questo colore abbelliscono ogni stanza durante il Capodanno, insieme a motti beneauguranti dipinti su carta e tela secondo le arti calligrafiche, piccoli quadri, nodi tradizionali di stoffa rossa o le lanterne di carta – sempre rossa – appese fuori dalle porte, per essere poi staccate nel quindicesimo giorno dei festeggiamenti e portate in giro per le strade nella Festa delle lanterne.
Rimanendo in tema di decorazioni domestiche, alle nostre Stelle di Natale ed al vischio beneaugurante in Cina fanno eco l’esposizione di fiori o componimenti floreali; in particolare fanno bella mostra di sé nel periodo di capodanno l’immancabile bambù, i boccioli di pruno asiatico ed il girasole che simboleggiano la fortuna, il narciso che simboleggia prosperità, il crisantemo che simboleggia la longevità.
Una usanza invece tutta cinese è quella della “danza del leone”, la sfilata allegorica di un gigantesco simulacro portato in giro per le strade cittadine da numerosi portatori coperti dalle variopinte stoffe che rappresentano appunto un leone, accompagnato da scoppi di fuochi artificiali e suono di cimbali e tamburi con lo scopo di scacciare ed esorcizzare gli spiriti cattivi e richiamare la fortuna nel nuovo anno.
Ma in Cina come da noi, uno dei luoghi dove è più evidente e vissuto il periodo di festa è la tavola. In molte zone della Cina ci si astiene dal mangiare carne, specialmente presso i buddisti; inoltre molte tradizioni considerano di cattivo auspicio accendere fuochi in questo primo giorno, e pertanto il cibo consumato viene spesso cotto nei giorni precedenti. Ricordiamo che la Cina è un continente vastissimo, popolato da diverse decine di etnie, ognuna con tradizioni e culture specifiche, e quindi l’usanza dell’una può essere sconosciuta all’altra, ma tra quelle più diffuse troviamo certamente la cena conviviale che si svolge la sera precedente l’arrivo dell’anno nuovo, così come accade anche nelle nostre case in occasione del veglione del 31 dicembre. Le pietanze principali e immancabili sono pesce e pollo, generalmente cucinati e serviti in quantità tali da essere sicuri da non consumarlo tutto, per assicurarsi scaramanticamente abbondanza di cibo anche per l’anno che sta per cominciare.
Abbiamo già visto che l’omofonia di alcuni ideogrammi tradizionali si presta a giochi di parole, precauzioni scaramantiche e motti augurali, per questo motivo sulle tavole cinesi troviamo alcuni piatti e pietanze che – oltre che per il loro sapore – vengono serviti per ottenere fortuna nell’anno che arriva; tra questi c’è la Luóhàn zhāi o “delizia di Buddha”, una insalata mista a base di alghe dette in cantonese fat choy il cui nome suona in modo simile a “prosperità”. Sempre nella zona di Canton e a Hong Kong si consumano gli Jau gok, ravioli cinesi che richiamano la ricchezza grazie alla loro forma che assomiglia a quella di piccoli lingotti. Anche gli Jiaozi sono dei ravioli beneauguranti, che possiedono il significato simbolico di “pacchetti” ripieni di fortuna. Secondo la tradizione più ravioli si mangiano e più soldi si guadagneranno nell’anno a venire; i ravioli in genere hanno un ripieno di carne macinata e verdure tagliate finemente, il tutto avvolto in un impasto sottile ed elastico. Tra i ripieni più popolari ricordiamo la carne di maiale, i gamberetti, il pesce, la carne di pollo o di manzo e verdure varie. Possono essere bolliti, al vapore, fritti o al forno. Per alcuni cinesi è tradizione aggiungere un filo bianco come simbolo di longevità all’interno di un solo raviolo; chiunque lo trovi è destinato ad avere vita lunga. Altri invece aggiungono una monetina in rame: chi la trova è destinato a diventare ricco (vi ricorda niente?). Quando vengono serviti a tavola i ravioli devono essere disposti in file e mai in cerchio, perché il cerchio significa che la vita continuerà a girare su sé stessa senza alcun progresso.
Tra i piatti tipici cinesi conosciuti oramai in tutto l’Occidente non possiamo non citare gli involtini primavera (Chūnjuǎn) che prendono il nome dalla Festa di Primavera. Anche se da noi a gennaio è ancora inverno, è con questo nome che in cinese si chiama il capodanno. Gli involtini primavera sono una pietanza dalla forma cilindrica e riempiti di verdure, carne o da ingredienti dolci. I ripieni sono avvolti nella sfoglia che viene poi fritta assumendo il tipico colore dorato per simboleggiare, ancora una volta, ricchezza e fortuna.
Anche gli spaghetti sono un piatto ben noto a chi – anche solo occasionalmente – si sia imbattuto nella gastronomia cinese, e ovviamente anche loro sono presenti in tavola nel corso dei festeggiamenti, in una versione un po’ speciale: si tratta dei Chángshòu Miàn, i cosiddetti “Spaghetti della longevità” che augurano – come dice il nome – una vita lunga e felice.
simboleggiano l’augurio di un lunga vita. Questi spaghetti sono più lunghi degli spaghetti normali e non devono essere spezzati quando si servono o quando si mangiano. Possono essere serviti saltati in padella o bolliti e serviti in brodo.
La parola “pesce” in cinese ha un suono simile alla parola che significa “abbondanza” ed anche per questo – come abbiamo scritto – questo ingrediente è sempre presente sella tavola del capodanno; ad ogni pesce corrisponde un tipo di fortuna e così i cinesi scelgono il tipo di pesce da mangiare in base al nome: è tutta una questione di suoni e omofoni. Il primo carattere del nome cinese della Carpa carassio ha un suono simile alla parola che significa “buona fortuna” e quindi mangiare la carpa carassio aiuta ad avere fortuna nell’anno nuovo. Un altro tipo di pesce è la Carpa cinese, dove il primo carattere del suo nome cinese ha lo stesso suono della parola “regalo”, percui mangiare questo pesce porterà altrettanta fortuna nell’anno a venire. I caratteri del nome del Pesce gatto invece hanno in cinese lo stesso suono di “abbondanza” e quindi mangiando pesce gatto ci si augura di avere abbondanza di soldi e di beni nell’anno nuovo.
In Cina come in Occidente, non c’è festa senza dolci, e quindi anche il capodanno ha le sue torte e pasticcini: Immancabile è la Niángāo, un dolce composto da riso agglutinato, zucchero, castagne, datteri cinesi e foglie di loto. Il suo nome in cinese si può leggere sia come “torta di capodanno” che come “elevarsi di anno in anno”. Nella mentalità cinese questo significa che l’attività lavorativa e la qualità della vita migliorerà.
Le Tāngyuán sono invece delle palline di riso dolci, il piatto più tradizionale durante la Festa delle Lanterne, ma che in Cina meridionale sono consumate durante ogni giorno delle festività dell’anno nuovo. La forma circolare e la pronuncia richiamano il concetto di ‘ritrovo’ e dello ‘stare assieme’, ed è per questa ragione che sono un piatto favorito durante le celebrazioni.
Come da noi, anche sulle tavole cinese la frutta simboleggia fortuna e abbondanza; in particolare il mandarino, le arance e il pomelo da servire sono scelti in base al colore dorato e alla forma perfettamente rotonda, qualità queste che simboleggiano ricchezza e pienezza. Anche in questo caso, il nome del frutto e la sua omofonia con parole di significato diverso è determinante; il carattere cinese per arancio è “chéng”, che ha lo stesso suono della parola “successo” scritta con un carattere diverso. Alla stessa maniera, l’ideogramma che rappresenta il mandarino ha nella sua forma il carattere che significa “buona fortuna”. Mangiare il pomelo serve invece ad ad assicurare un aumento di prosperità continuo perché questo frutto in cinese si chiama “yòu”, parola simile a “yǒu”, che significa ‘avere’ o ‘possedere’.
Come è facile immaginare, ci sarebbe ancora molto altro da raccontare, ma ci auguriamo che queste note siano state sufficientemente interessanti e utili per conoscere un po’ meglio le usanze e la cultura cinese e l’importanza da loro attribuita a questa festa.