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«Certo tra i due Ciro, che si sono recati a Bari e sono stati ricevuti personalmente nel “gabinetto” di Emiliano, non riusciremo a comprendere la verità sul Riassetto Ospedaliero che domani arriverà in Giunta Regionale ! » Lo dichiara Michele Mirelli, vice coordinatore dei “Conservatori e Riformisti” di Grottaglie.

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«Una cosa è certa – afferma Mirelli, ci saranno accorpamenti e riconversioni e proprio noi ne pagheremo le conseguenze, poichè direttamente più vicini all’Ospedale di Grottaglie, volutamente, in fase di completo abbandono ormai da diversi anni, non essendo più da considerarsi un nosocomio generalista. Manfredonia a Foggia, Terlizzi e Corato nell’Asl Bari, Galatina e Copertino a Lecce, Grottaglie a Taranto, Fasano e Ostuni a Brindisi. Sono alcuni degli ospedali più a rischio nella grande operazione di riorganizzazione delle strutture sanitarie pugliesi che il presidente Michele Emiliano vuole ottenere a tutti i costi, anche a costo di «litigare con il consiglio regionale» come lui stesso ha previsto. Circostanza già in corso, se si considera che i Cinque Stelle chiedono le sue dimissioni da assessore alla Sanità e il centrodestra si prepara alle barricate contro le chiusure degli ospedali di paese. Ma è questo, del resto, secondo Emiliano, il prezzo da pagare per non aumentare le tasse.

Alcuni dei nomi di questi ospedali sono già contenuti nella mappa delle 25 strutture ospedaliere a rischio chiusura che si trova sui tavoli degli uffici regionali: «Questa legislatura – ha ribadito il governatore – deve mettere in sicurezza la sanità pugliese per i prossimi dieci anni, costi quel che costi, anche a costo di non essere rieletti, anche a costo di insurrezioni locali». E a proposito delle chiusure aggiunge: «In un piano di riordino varato dalla giunta Vendola si nota che più del 55 per cento delle prestazioni dell’intera regione vengono fatte solo da dieci ospedali». Come fa notare Emiliano, questo vuol dire che i cittadini hanno già definito quali solo le eccellenze e il loro contrari.

I dieci ospedali di riferimento per i pugliesi di cui parla il governatore – evidenzia Mirelli – sono, in ordine decrescente di affluenza di pazienti, Policlinico di Bari, Casa Sollievo della Sofferenza, Ospedali Riuniti, Miulli di Acquaviva, Santissima Annunziata di Taranto, Vito Fazzi di Lecce, Perrino di Brindisi, Panìco di Tricase, Di Venere-Triggiano-Rutigliano, San Severo-Torremaggiore. Questi sono gli ospedali di riferimento. Nell’ ambito della riorganizzazione regionale dovranno guadagnare posti letto a scapito delle strutture più piccole, dove si abbatteranno i veri tagli. Partendo dal nord della regione, Foggia è quella che rischia i tagli più pesanti. Non fosse altro perché registra 4,2 posti letto per mille abitanti, il dato più alto di tutta la Puglia. Per il nostro “Ospedale” è previsto il destino di divenire un centro riabilitativo, destinato altresì alla lungodegenza o al trattamento di malati post acuti. Come si potrà mai giustificare la realizzazione di un nuovo ospedale a Taranto con 715 posti letto, il San Cataldo, per la cui realizzazione si passerà a breve alla indizione della gara di appalto per i lavori di costruzione.

Questa è l’amara verità – conclude Michele Mirelli – e pur se ci muoviamo, il tutto è sintetizzabile in un detto popolare “Zompa citrulu ca li vé …… a ll’urtulanu “Non abbiamo Santi in Paradiso, accontentiamoci della cucurbitacea!»

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