Chi lo ha detto che sotto l’ombrellone c’è spazio solo per riviste di gossip, enigmistiche assortite e bast-seller giovanilistici tutti sospiri e languidezze? Chi voglia concedersi una lettura diverse in questi ultimi scampoli d’estate può scegliere la raccolta di racconti di Valeria Parrella, “Troppa importanza all’amore“, edita da Einaudi (pagine 116, € 14,00, ISBN 9788806214074).
Otto racconti d’amore, dove il sentimento più citato nella letteratura e nelle arti in genere è analizzato, sezionato, stropicciato e sfruttato per raccontare (e raccontarsi…) otto storie diversissime tra loro, ma che hanno in comune incroci e incontri bramati o inattesi, dolorosi o eccitanti, destinati a durare un attimo o per sempre. La scrittrice napoletana torna alla forma del racconto dopo un paio di parentesi romanzesche, e lo fa con la libertà che il racconto permette, dedicandogli un paio di scarne paginette in un caso e decine in altri; diversi anche i personaggi protagonisti dei vari episodi, alcuni davvero originali e sorprendenti, altri un po’ troppo vicini a cliché abusati, ma comunque sempre interessanti e struttati con intelligenza e capacità di raccontare. Così l’autrice spiega la scelta del tema e della forma di scrittura: «Quando scrivo racconti sono sempre felice: mi sento in un territorio mio. Credo che siano la misura giusta per i nostri giorni, il tempo tronco, caduco, veloce, rubato: leggere, e poi continuare la giornata. Scrivo racconti quando sento che la realtà è troppo sfuggente e varia per essere cristallizzata in una forma lunga. E scrivo racconti perché mi interessano gli esseri umani: donne e uomini solitari che combattono le loro solitarie guerre. Ma soprattutto, io credo che il racconto sappia parlare di amore cosí come l’amore è: incompleto e sghembo».
Non tutti i racconti sono memorabili, ma la raccolta è sicuramente al di sopra della media, ed anche in quelli – a parere di chi scrive – meno riusciti, non si può non riconoscere alla Parrella il merito di non aver comunque annoiato, lasciando al lettore voglia di scoprire come la storia va a finire. Aleggia tra le pagine una Napoli mai citata direttamente ma presente nelle sue tante sfaccettature, emerge dalle righe una miniera di personaggi convincenti e intriganti, in almeno uno dei quali ognuno di noi non avrà difficoltà ad immedesimarsi, e questa sorta di transfert vale anche per i lettori di sesso maschile, nonostante la scrittura sia evidentemente declinata al femminile.
Notevole anche la capacità di spaziare tra le generazioni, dagli over 50 sino alle adolescenti, con ritratti a volte abbozzati ed a volte più definiti, ma sempre in grado di offrire una convincente descrizione dei personaggi, anche quando tratteggiati in poche righe. Un libro comodo da leggere e difficile da dimenticare, come i suoi personaggi.