Oggi si festeggia la Santa protettrice della vista: Santa Lucia. A Grottaglie, così come in molte parti d’Italia, il culto per onorare la Santa risale al VI secolo d.C., quando in tutta Italia vennero costruite chiese, oratori e monasteri che portavano il suo nome.
La devozione verso la Santa
Successivamente, nel 1024, riesplose un fortissimo senso di devozione: si trattava del periodo a cavallo della quarta crociata, quando le venerate reliquie della santa vennero trasportate da Costantinopoli a Venezia dal doge Enrico Dandolo. Nel 1039 però, in seguito alla liberazione della Sicilia dal dominio arabo il corpo della santa venne condotto a Costantinopoli dal generale bizantino Giorgio Maniace, in omaggio alla pia imperatrice Teodora.
Culto e devozione verso la “santa della luce” si è accresciuto nel tempo, tanto che la stessa è diventata Patrona di molte città e paesi, protettrice dei ciechi, degli oculisti, degli ottici, degli elettricisti, delle sarte, delle ricamatrici e delle donne di malaffare pentite, insomma di tutti coloro che per il proprio operato hanno bisogno di un’ottima vista!
Tanti gli artisti, scrittori, poeti e musicisti che le hanno dedicato opere, racconti, liriche, dipinti e canzoni, come sono tante le testimonianze di celebrazioni e festeggiamenti in suo onore legate ad antiche tradizioni.
Il culto della Santa a Grottaglie
A Grottaglie una testimonianza scritta sul culto di Santa Lucia la ritroviamo in occasione della visita pastorale di Monsignor Lelio Brancaccio del 1588, quando egli dietro sollecitazione del Cappellano della nostra chiesa, Abate Giovanni Antonio de Regina, autorizzò la riparazione della struttura con la seguente motivazione: “Una chiesa tenuta in grande devozione dove moltissimi fedeli avevano raccolto elemosine per il suo mantenimento”.
La chiesetta originaria aveva una struttura assai semplice: l’altare era collocato dove ora c’è l’ingresso principale e l’accesso era laterale per mezzo di tre gradini, ben tenuta e frequentata da tanti fedeli che chiedevano grazie per malattie agli occhi e alla vista. La maggiore disponibilità di sacerdoti in quel periodo permetteva la celebrazione giornaliera della santa messa e della recita del rosario con la benedizione eucaristica finale.
Purtroppo le condizioni precarie della chiesa indussero autorità e clero ad abbatterla negli anni ’20 per costruirne una più solida ed esteticamente più curata. Furono gli stessi fedeli ed abitanti del circondario a raccogliere i soldi necessari sotto la guida di un grande sacerdote, Don Vito Traversa, passato alla storia per la devozione al “Preziosissimo Sangue” con celebrazioni e processioni notturne.
Fu nel dicembre del 1924, durante una domenica pomeriggio che venne posta la prima pietra dall’Arcivescovo di Taranto Mons. Jorio alla presenza di autorità civili, militari e di tantissimi fedeli, che nonostante la fitta pioggia si accalcarono in quella piazzetta. Durante la costruzione della nuova chiesa la statua della santa venne portata nella chiesa di Santa Maria della Serra in Via Corrado Mastropaolo che oggi è chiusa e sconsacrata.
Ci vollero degli anni perché la chiesetta venisse terminata a causa delle uniche risorse che arrivavano dalle offerte dei fedeli, ma al termine dei lavori essa ritorno come e più bella di prima. Quotidianamente venivano fatte celebrazioni liturgiche e anche manifestazioni religiose occasionali, oltre alla famosa festa del 12 e 13 dicembre con accensione di pira e fuochi pirotecnici.
Il pittore grottagliese Emanuele De Giorgio affrescò la lunetta esterna posta sul portone d’ingresso, mentre sul campanile venne montata la mitica campana in “Do diesis” della vecchia chiesa, dove si leggono i nomi dei donatori NICOLAUS ET MARTINUS F(ecerunt). Oggi questa chiesetta è ridotta in cattive condizioni esternamente e l’accesso è limitato rispetto al passato.
È noto che solo un gruppo di giovani e famiglie del vicinato – appartenenti alla Parrocchia della Chiesa Madre – si impegnano con il loro tempo libero e con le proprie disponibilità economiche a mantenere aperta e pulita la chiesa sotto la guida del parroco. Tuttavia l’appello è che questa piccola chiesetta non cada nel dimenticatoio e che possa sempre essere custodita degnamente come altri luoghi della grottagliesità.