Nelle ultime ore i social network sono stato animati da allarmi e polemiche legate ad una fantomatica “tassa sui condizionatori” che pareva dovesse pesare per almeno 200 euro su chiunque avesse in casa un apparecchio di raffrescamento.
La tassa qualcuno la indicava come imposta dal governo Renzi piegato ai voleri dell’Unione Europea, una sorta di aggiornato “fa caldo, governo ladro!”, tanto più efficace in questi giorni di afa al limite della sopportabilità.
A smentire l’allarme ed a tranquillizzare i possessori è arrivata una nota del Ministero dello Sviluppo Economico dal titolo esplicativo: “nessuna tassa sui condizionatori delle abitazioni“. Nella nota il MiSE evidenzia che “l’Italia ha introdotto, al fine di adeguarsi alle direttive europee, prescrizioni per il miglioramento dell’efficienza energetica nel condizionamento per tutelare l’ecosistema e favorire risparmio economico e competitività. Quanto a impianti di maggior potenza installati presso gli esercizi commerciali, occorre evidenziare che a fronte della spesa per la corretta manutenzione, vi sono importanti vantaggi. Infatti, oltre a garantire la sicurezza, la riduzione dei consumi per il miglioramento dell’efficienza comporta una riduzione della spesa per la bolletta energetica.”
Usciamo fuori dal burocratese e facciamo un po’ di chiarezza; a partire dal giugno 2014, in seguito al decreto 10 febbraio 2014 anche i condizionatori devono dotarsi di un libretto d’impianto come quello delle caldaie, un obbligo che deriva dal recepimento di normative europee la 2002/91/CE e la 2010/31/UE. L’obbligo riguarda condizionatori con potenza di almeno 12 kW, ed è bene chiarire qui che si tratta di potenza frigorifera resa e non i potenza elettrica assorbita; considerando che il classico condizionatore casalingo ha una potenza che va dai 2 ai 4 kW, si comprende bene che l’obbligo riguardi solamente macchine adibite ad un servizio tutt’altro che domestico. Non è peraltro chiaro su quale base sia stata stimata la cifra di 200 euro indicata come importo della tassa, il libretto di impianto deve essere compilato da un tecnico abilitato alla manutenzione periodica ed al relativo controllo dei parametri di funzionamento del condizionatore, così come già avviene per le caldaie. Considerando che il controllo dovrebbe avvenire ogni quattro anni, salvo diverse disposizioni regionali, e che può essere eseguito da tecnici convenzionati, l’importo indicato appare francamente eccessivo.
In conclusione, da un fatto vero e abbastanza datato si è costruito un polverone mediatico che non ha alcun fondamento di verità; possiamo utilizzare i nostri condizionatori in tutta tranquillità, assicurandoci che siano stati correttamente controllati da tecnici abilitati ed avendo magari cura di usarli con attenzione e rispetto dell’ambiente, per evitare sovraccarichi elettrici che possono causare altri disservizi.