A Taranto ricorre ormai da giorni un’ emergenza umanitaria che si prevede possa crescere in maniera esponenziale durante tutta l’estate. Dallo sbarco di profughi dell’11 maggio, ogni giorno arrivano centinaia di profughi siriani, sudanesi, del Gambia che scappano dalla guerra con la disperazione e la speranza di concedere un futuro alla propria esistenza.
Prima di ripartire per Roma, Milano e altre città del Nord o addirittura per il Nord Europa, sostano nella nostra città, Taranto, per un giorno o due al massimo, senza assolutamente niente. I cittadini hanno da subito dato una mano, ognuno in base alle proprie possibilità, prestando servizio volontario presso i vari centri d’accoglienza distribuiti sul territorio cittadino, facendo la spesa alimentare, di medicine, portando indumenti, detersivi e saponette, ma soprattutto adoperandosi per la gestione e l’organizzazione della grande mola di gente e del gran da fare. I centri sono ABFO – Via Lago di Montepulciano, Taranto; PalaRicciardi – Via Golfo di Taranto, Taranto; Ex asilo BabyClub – Via Campania, Taranto; Corpus Domini – Viale della Repubblica (Paolo VI), Taranto; Ex mercato ortofrutticolo – Via Orsini (Tamburi),Taranto; Parrocchia Sant’Antonio – Piazza S. Antonio (Martina Franca).
Le associazioni Abfo e Caritas coordinano in un certo senso la raccolta e il lavoro dei volontari, qualcuno che conosce una o più lingue si presta a fare da mediatore, ma ciò che manca è un coordinamento e una prevenzione sanitaria a tutti gli effetti:rappresentanti delle Istituzioni, medici, infermieri, interpreti, mediatori culturali, educatori, insegnanti. Non solo presidi per ottemperare alle emergenze, ma proprio la presenza fisica di personale medico e paramedico che sappia come intervenire e prevenire, nella salvaguardia dei profughi che sostano e di noi tarantini che restiamo.
Esiste un gruppo spontaneo su Facebook dove si comunicano le urgenze di volta in volta: coordinamento aiuti Taranto.
Questa è una chiamata alla solidarietà e a mettere le vs. professionalità a serviziodella res pubblica. I cittadini hanno tanta buona volontà ma limiti, il personale sanitario e tutte le figure nell’ambito dell’educazione, le competenze.