«In una città in cui molto che è ancora da fare, e in cui il tasso di disoccupazione e il rischio di devianza e riacutizzazione dei fenomeni criminosi è sempre più evidente, noi pensiamo che “lavoro” sia la parola salvifica, ecco perché consideriamo irragionevole e deleterio questo atteggiamento del Sindaco che continua a non rispondere al nostro richiamo sul Protocollo da firmare con le parti sociali, utile alla realizzazione di interventi in materia di lavoro con le azioni regionali sul “Lavoro minimo di cittadinanza” e “Cantieri di cittadinanza”.» Così il segretario della CGIL di Taranto, Giuseppe Massafra, che dopo aver affidato ai giornali, una settimana fa la sua riflessione circa il ritardo registrato dal Comune sulle politiche attive collegate alla Legge Regionale n. 37 del 1 agosto del 2014 (4 milioni di euro per le due misure dedicate alla creazione di nuovo lavoro), si fa più incalzante e lancia alcune proposte.
«Si fa spesso un gran parlare attorno al tema del turismo e della riqualificazione di quartieri degradati, penso ai Tamburi, ma anche a zone di Paolo VI e soprattutto al patrimonio di bellezza abbandonato e degradato della Città vecchia – dice Massafra – eppure non si sente l’urgenza di dare una risposta a chi ha perso il lavoro, a chi non lo ha mai avuto, o a chi vive in condizioni di estremo disagio sociale, proprio attraverso una collaborazione tra pubblico e privato che possa insieme stimolare l’impiego di cittadini in difficoltà economica e lavorativa e offrire al Comune servizi di pubblica utilità e ritorno al decoro.
Penso alla messa in sicurezza di scuole ed edifici pubblici, alla tutela del verde, alla fruizione di spazi culturali e di interesse turistico che al posto di rimanere chiusi per buona parte dell’anno potrebbero essere aperti alla fruizione di turisti e visitatori proprio grazie a queste misure – commenta ancora il segretario della CGIL tarantina – creando così un primo passo verso una occupazione stabile.
Massafra, dunque, rilancia il tema dell’occupazione partendo proprio dall’emergenza sociale che vive la città.
Abbiamo l’obbligo di sottrarre manovalanza a buon mercato alla criminalità e all’illegalità – sottolinea Giuseppe Massafra – e quindi perché non cominciare con un progetto di “cantiere di cittadinanza” che consenta al Comune di pescare dalla nutrita lista di percettori di assegni sociali, o dall’altrettanto copioso elenco di giovani laureati in archeologia o beni culturali della nostra provincia? Perché il Comune non sente questa urgenza e collabora con CGIL, CISL e UIL alla stesura della banca dati di tutti i lavoratori che percepiscono ammortizzatori sociali, anche in deroga, che potrebbero tornare a sentirsi in dignità grazie ad un “lavoro minimo di cittadinanza”? Perché non fornire alcune risposte al disagio abitativo della nostra comunità ponendo in sicurezza il grande patrimonio pubblico a disposizione del Comune?
Il lavoro è l’antidoto a molti mali – termina Massafra – E’ il cambio di passo di una comunità che cambia cultura e decide di non farsi assistere ma di essere protagonista del cambiamento collettivo e individuale. Una amministrazione pubblica ha l’obbligo nonché il dovere morale di non ostacolare, anzi promuovere tutto ciò.
Per questo attendiamo ancora, e con fiducia, che il Comune di Taranto ci convochi per discutere insieme le fasi preparatorie propedeutiche alla firma di un Protocollo che già in tanti Comuni della nostra regione è realtà!»