“In alcuni Comuni del territorio regionale non è stato necessario ricorrere all’appello di “carità” che oggi ha rivolto il Sindaco di Taranto dalle colonne di alcuni quotidiani locali. Perché per aiutare ad esempio i disoccupati di lunga decorrenza e le persone in condizione di fragilità sociale, esistono probabilmente strumenti messi a disposizione dalla Regione Puglia.” Lo dichiara il segretario della CGIL di Taranto, Giuseppe Massafra, che dopo l’accorata richiesta di aiuto a banche e imprese private per aiutare chi è in difficoltà specie nel periodo di Natale, avanzata dal sindaco Ippazio Stefano, prova a dare qualche suggerimento utile all’amministrazione comunale cittadina.
“Comprendiamo – scrive Massafra –che il Bilancio del Comune soffre, come tutti noi, della crisi del momento e della riduzione dei fondi dello Stato, ma è anche vero che attraverso un protocollo d’intesa con le Organizzazioni Sindacali che il Sindaco farebbe bene a consultare più frequentemente, sarebbe possibile collegarsi alla Legge Regionale n. 37 del 1 agosto del 2014 (Assestamento e prima variazione al Bilancio di Previsione per l’esercizio finanziario 2014) che con un importo di circa 4 milioni di euro destinava a due misure specifiche le risposte ad alcuni di questi bisogni.
Si tratta in realtà – spiega ancora il Segretario generale della CGIL tarantina – di risorse provenienti dalla vecchia e dalla nuova programmazione. Un mix tra fondi destinati alle imprese e risorse per la formazione professionale: nello specifico “Cantieri di cittadinanza” e “Lavoro minimo di cittadinanza”.
Le due azioni individuate dalla Regione mirano all’elaborazione di progetti di inserimento socio-lavorativo sotto forma di cantiere di lavoro e sotto l’egida delle amministrazioni comunali, e all’intervento diretto degli stessi enti per lavori (dalla raccolta porta a porta dei rifiuti, alla manutenzione ordinaria nelle scuole) da far realizzare da cittadini inseriti nella banca dati dei “percettori di ammortizzatori sociali”.
Si tratta di interventi concreti – conclude Massafra – che mettono anche nelle condizioni le imprese locali di ricevere punteggi più alti in caso si impegnino ad assumere una quota di questi lavoratori in difficoltà, e che incentiva la nascita di cooperative, composte da cassaintegrati e disoccupati, che possono concorrere agli appalti per lavori di pubblica utilità.”